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Sostituire, aggiungere, compensare


L’educatore professionale è impegnato nei confronti delle crisi educative in interventi sostitutivi, aggiuntivi e compensativi.
Interventi sostitutivi
Si hanno quando gli ambiti educativi normali, come la famiglia, non vengono ritenuti adeguati a consentire un normale percorso di crescita dei minori, oppure quando non sono più in grado di assolvere i necessari compiti assistenziali e/o educativi a loro richiesti e attribuiti verso i propri componenti. È il caso, per esempio, delle comunità in cui vengono ospitati i minori allontanati dalla famiglia.
Si parla di interventi sostitutivi anche quando si reputa che gli abituali contesti territoriali e/o relazionali siano dotati di risorse insufficienti per consentire al soggetto di ridurre o eliminare tratti di disagio e/o devianza. È il caso, per esempio, delle comunità per tossicodipendenti.
Interventi aggiuntivi
Si verificano quando le esperienze educative non sono considerate adeguate a formare il soggetto, pur non verificandosi patologie tali da rendere necessari interventi sostitutivi.
È il caso di tutti gli interventi di sostegno legati alla scuola (riguardanti soggetti disabili), degli interventi di assistenza domiciliare rivolti a minori o disabili, dei centri diurni.
Interventi compensativi
Hanno luogo quando gli ambienti vengono ritenuti educativi verso direzioni non volute e si rende necessario inserire intenzionalità educative altre in grado di controbilanciare i processi educativi in atto.
È il caso, da una parte, di ambienti estremamente chiusi, come ad esempio il carcere, dove le azioni educative intenzionali tendono a compensare il clima che produce, in alcune componenti, una cultura dell’illegalità che si contrappone a quella della legalità. Ma è anche il caso di ambienti estremamente aperti, come per esempio la strada, nella quale si strutturano ambienti educativi che vanno dal gruppo degli adolescenti ai soggetti fortemente marginali per i quali vengono ritenuti opportuni interventi finalizzati, in tempi medio-lunghi, a costruire delle possibilità alternative.

Tratto da L’EDUCATORE IMPERFETTO di Anna Bosetti
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