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La geografia secondo Ratzel


Ratzel viene considerato se non il fondatore, quanto meno il primo organizzatore sistematico della geografia umana. Affronto una lunga stagione di viaggi che sono rivolti ad osservazioni non tanto della natura, quanto dei popoli e dei loro comportamenti. La sua opera principale si intitola “Anthropogeographie”.
Le finalità principali della geografia ratzeliana sono tre:
a) l’analisi dei modi di distribuzione dei gruppi umani e delle relative culture;
b) l’interpretazione di queste distribuzioni, sulla base della più o meno determinate influenza dell’ambiente naturale;
c) gli effetti di tale ambiente sulla società e sugli individui.
I popoli, secondo Ratzer, si muovono sulla terra, finché, in luoghi particolari, trovano condizioni ambientali che ne favoriscano lo sviluppo.
Nella sua geografia antropica, esiste l’idea implicita della superiorità di un gruppo umano sull’altro, con l’implicazione delle caratteristiche biologiche ed un richiamo alla significatività del gruppo razziale.
Per Ratzel, l’oggetto geografico da analizzare non è il popolo, ma lo stato, visto in chiave organicistica e evoluzionistica: l’ampliarsi e il restringersi della sua superficie territoriale sono indicatori di sviluppo e di regresso, alla base delle quali sta anche il condizionamento ambientale.

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