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Gli attentati degli anni '70 e i gruppi terroristici

Gli attentati degli anni '70  e i gruppi terroristici



Dopo la costituzione dello Stato irlandese nel 1921, l’Ulster, cioè la parte nord-orientale dell’isola, popolata soprattutto da protestanti, è rimasto parte del Regno Unito. All’interno dell’Ulster vi è una minoranza irlandese-cattolica favorevole a un’unione con la Repubblica di Irlanda. Nel 1966 si forma la Ulster Volunteer Force, un corpo paramilitare protestante, che uccide diversi cittadini cattolici. I nazionalisti cattolici rispondono con la nuova Irish Republic Army (Ira), che organizza operazioni di difesa nelle città irlandesi. Il Regno Unito decide inoltre di mandare lì le proprie truppe. Seguono anni di continue violenze finché il dirigente del movimento nazionalista irlandese cattolico, Gerry Adams, è favorevole alla fine degli atti terroristici e all’avvio di trattative col Regno Unito. Nel 1994 l’Ira annuncia la cessazione delle iniziative e nel 1998 viene siglato un accordo tra Repubblica d’Irlanda, Regno Unito e i dirigenti di due movimenti. Nel 2007 l’esercito inglese abbandona l’Ulster.
Per quanto riguardo il Paese Basco, le iniziative terroristiche sono compiute dall’Eta (Paese Basco e Libertà), un’organizzazione paramilitare fondata nel 1959 che vuole l’autonomia del Paese Basco. Tra le sue azioni più clamorose c’è l’uccisione del Primo ministro spagnolo, l’ammiraglio Luis Carrero Blanco nel 1973.
Dal 1970 opera un gruppo terroristico di estrema sinistra, la Rote Armee Fraktion (Raf, Frazione dell’Armata Rossa), nota anche come banda Baader – Meinhof, dai nomi dei suoi dirigenti, Andreas Baader e Ulriche Meinhof. Il gruppo nasce dal movimento studentesco formatosi in Germania e ha un orientamento marxista-rivoluzionario. L’obiettivo è creare i presupposti per una rivoluzione comunista. La Raf riesce a compiere sequestri e omicidi di uomini politici e di imprenditori tedeschi. Però è incapace di conquistarsi un sostegno politico da parte dell’opinione pubblica. Tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 vengono arrestati dalla polizia.
In Italia i gruppi terroristici di estrema destra ricorrono all’attentato dinamitardo. Fra gli attentati, ci sono: la strage di Piazza Fontana del 1969 quando una bomba esplode nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano; la strage di Piazza della Loggia a Brescia che colpisce una manifestazione organizzata da sindacati e Comitato antifascista; la strage dell’Italicus del 1974 quando una bomba esplode nel treno Italicus in una stazione della provincia bolognese; la strage della stazione di Bologna del 1980 e questo è l’unico attentato per cui sono stati identificati i responsabili, un gruppo di estrema destra. Il loro obiettivo è creare paura e fare in modo che questi atti di violenza siano associati a gruppi di sinistra. Così l’opinione pubblica avrebbe indirizzato il proprio voto a partiti di destra. Ciò non accade.
Sul fronte di sinistra, i principali gruppi terroristici sono le Brigate Rosse, Nuclei Armati Proletari e Prima Linea. Questi gruppi, formati da giovani, usano come strategia quello di ferire o uccidere magistrati, giornalisti o funzionari. Le Brigate Rosse usarono la tecnica dell’Eta di rapire e sottoporre le vittime a processi proletari. L’obiettivo era quello della rivoluzione proletaria e bloccare il processo che vede il Partito comunista cooperare con formazioni di centro e in particolare con la Democrazia cristiana.
Questa linea fu adottata da Enrico Berlinguer, che nel 1972 è diventato segretario del Pci. Berlinguer elabora la linea del compromesso storico, nel senso di cooperare con la Democrazia cristiana per fare in modo che questi possibili governi attuino una maggior politica riformista. Inoltre il Pci si distacca dal terrorismo operato dalle Brigate Rosse.Favorevole ad un’apertura con il Pci è Aldo Moro, presidente della Dc. Nel 1978 (a capo del governo c’è Andreotti) le Brigate Rosse organizza un agguato a via Fani e rapiscono Moro. Poco dopo quest’ultimo verrà ucciso e fatto trovare nel portabagagli di una macchina parcheggiata a via Caetani, al centro di Roma.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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