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La crisi della Germania nel '29

La crisi della Germania nel '29




La grande crisi del ’29 colpisce la Germania con durezza. L’economia tedesca dipende dai finanziamenti che vengono dagli Stati Uniti e quando l’economia statunitense va in crisi il sistema economico tedesco sprofonda. La produzione industriale e agricola crollano e aumenta il tasso di disoccupazione. La disperazione si mescola alla rabbia. Nel mentre i governi che si succedono dal 1930 al 1932 non riescono a trovare una linea politica economica adeguata alla gravità della situazione. In questo contesto il piccolo partito fondato da Hitler (Nsdap) riscuote un consenso crescente. Il nazismo costruisce il suo successo su tre elementi primari: un nazionalismo aggressivo, un razzismo estremo e un capacità di tradurre la sua aggressività verbale in concreti attacchi fisici a coloro che essi definiscono i nemici del popolo tedesco. Inoltre il nazionalismo soffia sul fuoco del risentimento contro le condizioni imposte alla Germania dal trattato di Versailles. Infatti moltissimi in Germania pensano che l’onore della nazione tedesca sia stato offeso e che la Germania non è l’unico paese responsabile.  I nazisti affermano di conoscere i veri responsabili delle sofferenze del popolo tedesco. Questi responsabili non sono solo le potenze straniere e i partiti della Repubblica di Weimar, che non hanno saputo difendere gli interessi della nazione, ma sono soprattutto i comunisti e gli ebrei.
Nel 1933 Hitler riceve il mandato e forma un governo di coalizione. Poco dopo la sede del Parlamento viene bruciata. La responsabilità viene attribuita ai comunisti e Hitler sfrutta l’occasione per sospendere i diritti costituzionali (libertà di stampa, di associazione e di espressione) e per ordinare alla polizia di arrestare i dirigenti e i militanti comunisti.
Il Partito comunista viene dichiarato fuori legge e il Parlamento approva il decreto legge che Hitler a presentato e che gli concede pieni poteri. È la fine della Repubblica di Weimar e l’inizio del Terzo Reich.
Tutti coloro che si oppongono a Hitler vengono arrestati e chiusi nei campi di concentramento. I sindacati ancora esistenti, invece, sono costretti a confluire nell’unica organizzazione ammessa, ovvero il Fronte tedesco del lavoro (Daf), sindacato controllato dal Partito nazista.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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