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Le cause della II Guerra mondiale




Non è per niente difficile individuare qual è il soggetto che dalla metà degli anni Trenta spinge verso la guerra: la Germania nazista. I suoi capi non fanno certo mistero delle loro ambizioni, ovvero rimettere in discussione gli accordi di Versailles e assicurare al Reich tedesco nuovi spazi e nuovi territori verso est.
Il primo obiettivo è l’annessione dell’Austria. Un tentativo di colpo di stato, organizzato nel 1934 in Austria dai nazisti locali, è stato represso anche grazie all’intervento di Mussolini. Dopo aver stipulato alleanza dell’Asse Roma – Berlino, nel 1938 l’annessione dell’Austria è possibile. Nel 1939 le truppe naziste entrano in Cecoslovacchia e lo Stato viene smembrato. Nel frattempo, l’Italia occupa militarmente l’Albania.
I diplomatici tedeschi chiedono al governo polacco la cessione del corridoio di Danzica, che separa la Prussia orientale dalla Germania. Ma il governo polacco si rifiuta e Regno Unito e Francia si dichiarano pronti a interventi nel caso di un attacco alla Polonia.
Nel 1939 Germania e Italia firmano il Patto d’acciaio, che prevede che se uno dei paesi contraenti si trova impegnato in una guerra, l’altro contraente deve intervenire in aiuto. Inoltre si arriva alla firma tra URSS e Germania del patto di non aggressione (patto Molotov-Ribbentrop). Nel patto URSS da carta bianca alla Germania per il corridoio di Danzica, tutta la Polonia occidentale e la Lituania; la Germania riconosce all’URSS la possibilità di occupare Lettonia, Estonia , Finlandia, Polonia orientale e la Bessarabia (Romania nord-orientale). Le truppe tedesche attaccano la Polonia. Francia e Regno Unito dichiarano guerra alla Germania. L’Italia dichiara la sua non belligeranza (cioè la sua temporanea neutralità), motivandola con la sua impreparazione militare. I sovietici attaccano la Polonia, gli Stati baltici e la Finlandia. È l’inizio della seconda guerra mondiale.
La Germania attacca e conquista con facilità la Danimarca e la Norvegia. Nel 1940 parte l’offensiva tedesca contro la Francia, che include anche l’aggressione all’Olanda e al Belgio. Poco dopo i tedeschi riescono a sfondare la linea di difesa francese e a occupare Parigi. Invece il Regno Unito del neo eletto Churchill subisce l’aviazione tedesca, che bombarda sia obiettivi militari che civili.
Nel frattempo, sempre nel 1940, l’Italia attacca dall’Etiopia la Somalia britannica e dalla Libia attacca l’Egitto, controllato dai britannici. Inizialmente gli italiani penetrano in Egitto. In seguito comincia la controffensiva britannica, che fa arretrare l’esercito italiano, costretto ad abbandonare anche la Libia. A questo punto, Mussolini è costretto a chiedere aiuto ai tedeschi, che riescono a respingere l’esercito britannico oltre i confini egiziani. Intanto l’esercito italiano sta perdendo la guerra in Africa Orientale con i britannici.
L’esercito italiano attacca così la Grecia ed è una vera catastrofe militare. Ancora una volta subisce una sconfitta dal Regno Unito. C’è il rischio che la Grecia e i Balcani diventino un avamposto britannico e per questo l’esercito tedesco interviene, conquistando rapidamente la Jugoslavia e la Grecia che sono sottoposte a un regime di occupazione.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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