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Mito n. 1 : le pallottole magiche


Rivoluzione industriale del ‘900: mutazione nella natura dei rapporti sociali (piccole comunità coese → rete di rapporti impersonali, in cui l’individuo era socialmente isolato): si temeva che i mass media potessero sparare pallottole magiche d’informazione capaci di plasmare l’opinione pubblica (il potere della persuasione).
Anche il comportamentismo e la psicoanalisi corroboravano la tesi della pallottole magiche:
Il comportamentista Watson si vantava di essere in grado di produrre, prendendo un bambino qualsiasi alla nascita e applicando sistematicamente i principi comportamentisti, un essere umano del tipo desiderato. Quello che Watson aveva in mente era l’applicazione sistematica dei principi del condizionamento classico elaborati da Ivan Pavlov. Per i comportamentisti i mass media erano in grado di sparare pallottole magiche attraverso la semplice associazione ripetitiva di stimoli diversi (es. un modello di auto e una donna attraente) e in questo modo potevano assumere il controllo dei pensieri delle masse.
La teoria psicoanalitica della persuasione può essere considerata uno sviluppo del mesmerismo, ma il magnetismo animale è sostituito dall’energia psichica e dall’inconscio. Negli anni ’50 l’approccio psicoanalitico alla persuasione conquistò l’attenzione del pubblico: secondo gli autori, le agenzie pubblicitarie usavano segretamente i principi della psicoanalisi allo scopo di creare annunci sorprendentemente potenti ed efficaci.

Tratto da L'ETÀ DELLA PROPAGANDA di Alessio Bellato
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