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Cristianesimo e sogni



Quando il cristianesimo si insedia in Occidente nell'alto medioevo, diventa dal IV sec. religione e ideologia dominante, e tra i vari fenomeni culturali da gestire ci sono pure i sogni e la loro interpretazione. Il cristianesimo accolse eredita di vario genere, tra cui la cultura greco-romana=pagana. Il documento che meglio esprime l'angoscia dei letterati cristiani dell'IV sec verso la cultura pagana è uno scritto di S Girolamo dove si parla di un sogno. Faremo qui un excursus sull'eredità biblica e grecoromana a proposito di sogni e interpretazione, mettendo in luce la diffidenza cristiana e l'elaborazione di nuove teorie, tipologie e comportamenti verso i sogni tra i sec IV e VII.
I sogni sono più frequenti nell'AT. Secondo l'autore ci sono 43 sogni, mentre nel NT solo 9, 5 nel vangelo di Matteo (4 sulla nascita di Gesu-uno alla moglie di pilato). Altri 4 negli Atti degli Apostoli: san Paolo si muoveva nell'ambiente greco abituato all'oniromanzia. Che succede nella Bibbia? Il sogno proveniente da Yahvè ha carattere privilegiato, ed è un avvertimento o un ordine per i suoi eletti o per pagani altolocati come faraone. Poi c'è una distinzione tra visione chiara e sogno da interpretare, che coincide in parte con la contrapposizione visio-somnium della vulgata. Si escluda la visione in stato di veglia. Il sogno qui interseca il sonno. Nel libro dei numeri Yahvè pare collocare da un lato visio e somnium, dall'altro le apparizioni faccia a faccia. Nell'AT distinguiamo da un lato mosè e i patriarchi, destinatari di visioni in cui Dio parla chiaro, dall'altro re e profeti, con visioni più enigmatiche, poi i pagani, con messaggi onirici oscuri.  

Tratto da L'IMMAGINARIO MEDIOEVALE di Dario Gemini
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