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Il ruolo di Confindustria nella ricostruzione post-bellica

È stato un industriale dalle profonde convinzioni cattoliche e dalla radicata inclinazione al liberalismo.
È stato presidente della Confindustria dal dicembre 1945 al 1955, per poi tornare dal 1966 al 1970, dopo la conclusione del conflitto fra il sindacato dell’industria privata e il governo di centro-sinistra.
All’indomani della seconda guerra mondiale, la Confindustria assunse un ruolo di primo piano nell’opera di ricostruzione post-bellica.
Contemporaneamente al mondo operaio, anche il mondo imprenditoriale opera per riorganizzare le proprie strutture a livello centrale e periferico.
Nell’estate del 1944 alcuni industriali si fanno promotori della rinascita dell’organizzazione nazionale sotto l’originaria denominazione di Confederazione Generale dell’Industria Italiana.
Il 12 settembre 1944 fu convocata l’Assemblea ricostitutiva. Fu eletto presidente l’ing. Friggeri e viene varato uno Statuto provvisorio. Lo scopo era riunire tutti gli industriali italiani in una grande organizzazione per difendere i diritti e gli interessi dell’industria.
Questa dichiarazione sembra delimitare il campo d’azione della Confindustria alla tutela degli interessi categoriali. In realtà gli esponenti del mondo imprenditoriale tendono a identificare la causa dell’industria con la causa stessa del Paese. Ecco perché la Confindustria sconfina dal campo meramente sindacale ed economIco per impegnarsi come gruppo di pressione nelle problematiche generali della ricostruzione.
Al ruolo sindacale si combina quindi un ruolo politico.

Tratto da L'ITALIA DELLE FABBRICHE di Cristina De Lillo
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