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La risoluzione n. 1483 del 22 maggio 2003 successiva alla dichiarazione ufficiale della fine delle ostilità in Iraq: i poteri delle potenze occupanti e il ruolo delle Nazioni Unite


Dichiarata dal Presidente Bush, il 1° maggio 2003, la fine delle ostilità, il Consiglio di sicurezza ha adottato la risoluzione n. 1483 del 22 maggio 2003 --> si tratta di un testo lungo e non privo di ambiguità con il quale il Consiglio di sicurezza dà la sensazione di accettare il fait accompli e che rappresenta un successo politico-diplomatico per gli Stati Uniti e il Regno Unito.
Il Consiglio di sicurezza,
- chiede agli Stati membri e alle organizzazioni interessate di assistere il popolo iracheno nei suoi sforzi per riformare le proprie istituzioni e ricostruire il proprio Paese e di contribuire ad assicurare condizioni di stabilità e sicurezza in Iraq in conformità alla presente risoluzione
- esorta tutti gli Stati membri e le altre organizzazioni internazionali a contribuire a rispondere ai bisogni umanitari e di altra natura della popolazione irachena provvedendo viveri e forniture mediche, nonché le risorse necessarie per la ricostruzione dell’Iraq e per il ripristino delle sue infrastrutture economiche
- chiede a tutti gli Stati membri di rifiutarsi di dare rifugio ai membri del precedente regime iracheno che siano responsabili di crimini e di atrocità
- chiede all’Autorità di promuovere il benessere della popolazione mediante l’efficace amministrazione del territorio, impegna dosi per il ripristino di condizioni di sicurezza e di stabilità e la creazione di condizioni delle quali il popolo iracheno possa decidere liberamente del suo futuro politico.
I punti essenziali della risoluzione sembrano i seguenti:
- è finalmente abrogato l’embargo, con l’eccezione delle armi
- sono confermati gli obblighi dell’Iraq stabiliti dalla risoluzione n. 687 del 1991 relativi alla riparazione dei danni derivanti dall’invasione e occupazione del Kuwait
- il Consiglio prende atto della lettera dell’8 maggio 2003 del Regno Unito e degli USA con la quale essi comunicano di aver costituito un’Autorità provvisoria della coalizione per esercitare poteri di governo in via temporanea
- sono poi riconosciuti i poteri, gli obblighi e le responsabilità degli USA e del Regno Unito quali potenze occupanti sotto il comando unificato e il loro obbligo di osservare le Convenzioni di Ginevra del 1949 e dell’Aja del 1907
- il Consiglio prende atto della creazione, da parte di USA e Regno Unito, di un Fondo di sviluppo dell’Iraq diretto dall’Autorità e usato a beneficio della popolazione irachena, e accetta che il Fondo assorba e gestisca tutti i proventi delle esportazioni di petrolio e riconosce a questo Fondo gli stessi privilegi e immunità delle Nazioni Unite
- il Consiglio dispone pure che, dopo sei mesi, il programma “Oil for food” sia dimesso dalle Nazioni Unite e trasferito all’Autorità
anche il compito di trovare le inesistenti armi di distruzione di massa viene conferito agli USA e al Regno Unito
- all’Autorità viene persino dato il compito di assistere il popolo iracheno nel costituire un’amministrazione provvisoria.

L’appiattimento del Consiglio di sicurezza è confermato dalle disposizioni repressive nei confronti di Saddam Hussein e degli altri esponenti del regime sconfitto alle quali fa seguito la risoluzione n. 1518, con cui viene istituito un comitato incaricato di identificare le persone facenti parte del precedente regime iracheno che abbiano esportato risorse finanziarie o economiche dall’Iraq.
Paul Bremer, l’amministratore dell’Autorità provvisoria della coalizione, ha emanato l’ordine con il quale autorizza il Consiglio di governo dell’Iraq a istituire un Tribunale speciale --> questo tribunale speciale ha competenza a giudicare cittadini iracheni o persone residenti in Iraq per genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e “violazioni di alcune leggi dell’Iraq” commessi tra il 17 luglio 1968 e il 1° maggio 2003.
Il riconoscimento di questi ampi poteri alle potenze occupanti non sempre appare conforme alle norme di diritto internazionale contenute nel Regolamento dell’Aja del 1907 e nella Convenzione di Ginevra del 1949.
Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno smantellato l’ordinamento amministrativo e giudiziario iracheno, oltre che l’esercito e la polizia; e l’Autorità provvisoria della coalizione ha profondamente modificato l’ordinamento giuridico iracheno, anche nei settori chiave come la disciplina degli investimenti stranieri.
La risoluzione n. 1483 attribuisce alle potenze occupanti il potere di modificare la struttura politica, giuridica, economica dell’Iraq, distrutta dalle stesse potenze occupanti, e in tale modo si pone in contraddizione logica e giuridica con i principi di base delle norme internazionali relativi all’occupazione.
Nella risoluzione n. 1483 non vi è traccia di alcun tentativo di intervento diretto dell’ONU nella gestione della crisi irachena, ma il ruolo delle Nazioni Unite si risolve essenzialmente nelle competenze attribuite al Rappresentante speciale del Segretario generale, competenze che sono prevalentemente di carattere umanitario e da svolgere d’intesa con l’Autorità.
La risoluzione esclude qualsiasi potere di controllo del Consiglio di sicurezza sulla condotta delle potenze occupanti e si limita a incoraggiare gli USA e il Regno Unito a informare il Consiglio di sicurezza degli sforzi compiuti nel quadro della risoluzione. L’opera volta ad esautorare gli organi dell’ONU si completa con l’adozione, il 3 luglio 2003, della risoluzione n. 1490 con la quale il Consiglio di sicurezza decide di porre termine al mandato della Missione di osservazione delle Nazioni Unite per l’Iraq e il Kuwait (UNICOM) istituita nel 1991.
Va notato che il Consiglio non si pronuncia in alcun modo su questa guerra, né per condannarla, né per approvarla e dalla risoluzione non può ricavarsi alcuna valutazione giuridica del Consiglio di sicurezza. La risoluzione ha essenzialmente un significato politico e cerca una soluzione provvisoria allo scopo di ristabilire la pace e la sicurezza internazionale.

Tratto da L'ONU E LA CRISI DEL GOLFO di Alice Lavinia Oppizzi
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