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I pauperes


Il termine pauperes e i suoi sinonimi, possono e devono includere non solo i nullatenenti e i mendicanti, ma anche individui la cui condizione era relativamente migliore, come gli artigiani e i negozianti che, in confronto alle classi dei ricchi erano certamente poveri, nel senso che si trovavano sull’orlo della povertà ongiunturale. I diversi livelli di povertà e il fatto che non esistesse un’unica classe di poveri ha la sua rilevanza se passiamo a considerare il modo in cui i ricchi reagivano alla povertà; dal loro punto di vista la povertà era strettamente legata allo status sociale. Il termine povero dunque, riferito allo status della società romana, indicava di solito chiunque non appartenesse agli ordini dominanti; questa distinzione fu istituzionalizzata nella dottrina giuridica d’età imperiale con la divisione tra honestories (i proprietari in senso lato) e humiliores (i lavoratori in genere). era una questione di importanza politica e di privilegio. Ma era anche importante per i ricchi separare i poveri buoni (popolo) dai poveri cattivi (canaglie). Nell'età imperiale gli elementi più disagiati della popolazione, assumendo il ruolo di clientes, sostenitori di una casata gentilizia, riuscivano ad avere i beni essenziali per la sopravvivenza in cambio del loro appoggio politico. Le classi elevate consideravano con un certo disprezzo queste torme di poveri che con le loro sportulae (ceste) si presentavano periodicamente a ricevere quanto pretendevano. Si trattava di un ceto cittadino parassitario che il sistema economico romano basato sulla produzione schiavistica permetteva di sostenere. Quando però Roma, per la stessa estensione dei confini imperiali, sarà costretta a rinunciare alle guerre di conquista ed espansione e quindi ad acquisire nuovi schiavi, allora comincerà ad emergere il problema della povertà e dei rimedi da mettere in atto per la sua soluzione. Nell'età di Diocleziano il regime fiscale colpì pesantemente le campagne in modo particolare i coloni che cominciarono ad abbandonarle per fuggire dall'oppressione delle tasse. Il mondo contadino comincia ad essere afflitto pesantemente da miseria e malattie. "Il lamento inusitato " di bande di poveri si ode nelle campagne abbandonate, negli agri deserti. La miseria coesiste spesso con le malattie, in particolare la lebbra considerata una conseguenza di colpe morali. La guarigione comporterà quindi l'intervento del santo che liberi dai demoni della malattia l'ammalato e li ricacci nei loro covi. L'oppressione fiscale fu la causa del brigantaggio di contadini poveri e di rivolte. In questo periodo nasce la figura del patronus ,un capo militare che in cambio del sostentamento dato ai soldati protegge i villaggi contadini dall'esattore delle tasse.

Tratto da L'UOMO NELLA SOCIETÀ ROMANA di Alessia Muliere
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