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La seconda sperimentazione - Il progetto 1%


Nel 1998 fu realizzata una seconda sperimentazione, con la quale si promosse la realizzazione del “vero” Progetto “1%”.

Fu inviata un'istanza al Ministero, avente gli stessi contenuti della risoluzione ministeriale del 1995. Tutto ciò perché, mentre la prima sperimentazione riguardava una singola impresa che ebbe a promuovere il progetto umanitario in Lituania, ora si cercava di diffondere il modello e di superare il carattere meramente locale del progetto, per poterlo introdurre a livello nazionale. In questo caso si richiedevano chiarimenti, e conferme applicative, in ordine al trattamento tributario ai fini Iva e imposte dirette, all'attività svolta dagli operatori economici che aderivano al progetto “1%”. La società che fece l'istanza dichiarò che erano oltre tre anni che gestiva ad experimentum la “Scuola Etica ed Economia”, svolgendo attività di formazione per operatori d'impresa, nonché attività volte alla sensibilizzazione del mondo economico, sulla necessità di coniugare “Etica ed Economia” attraverso lo “strumento” della solidarietà. Tale “Scuola” aveva ideato il progetto 1%, che ricalcava, nel suo schema applicativo, la precedente sperimentazione, come risulta anche dal contenuto della Risoluzione emessa dal Ministero.

In seguito venne posto, dalla “Fondazione Etica ed Economia” di Bassano, un quesito nel quale si chiedeva far desumere indirettamente l'esistenza dell'assenso da parte dell'acquirente in forma non manuale, sugli scontrini fiscali emessi dalle imprese interessate. Tale richiesta fu prodotta in primo luogo per velocizzare l'operazione, perché la compilazione della cartolina costituiva un onere economico e, in termini di tempo, notevole dispendio per il cliente.

Il Ministero delle Finanze diede risposta positiva al quesito in quanto l'uso degli scontrini avrebbe consentito di verificare la corrispondenza tra le somme incassate dall'impresa, a titolo di sconto, e la destinazione finale all'iniziativa di solidarietà prescelta.

Il progetto “1%” appena descritto, costituì l'idea dalla quale poi, l'allora Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, prese spunto per elaborare la “De-Tax” o “A–Tax”.
La prima comparsa dell'idea si ebbe quando il Ministro Tremonti ne diede notizia in un articolo su uno dei più importanti quotidiani francesi, “Le Monde”, nel settembre 2001. Fin da questa prima intervista, emerge come la “De-Tax” sia considerata uno strumento per la promozione dello sviluppo sostenibile, in alternativa alla “Tobin Tax”.
In seguito, fu presentata all'Ecofin (Consiglio di Economia e Finanza, insieme dei ministri dell'economia delle finanza dei paesi membri EU) di Liegi (Belgio), nel novembre dello stesso anno, nel tentativo, riuscito, di inserire la “De-Tax” tra gli strumenti previsti per la promozione dello sviluppo, anche a livello comunitario.

Tratto da LA DE-TAX di Filippo Amelotti
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