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La Tobin Tax


Il funzionamento della “Tobin-Tax” viene definito relativamente agevole da comprendere: consiste in un'imposta proporzionale al valore di ogni transazione valutaria, effettuata e pagata, in eguale misura, da entrambe le parti del contratto.

Questa idea fu ripresa da numerosi studiosi che la vollero adattare ad un modello previsto nelle forme sotto riportate.

Si prende come oggetto della nostra analisi il testo della proposta di legge n. 3041 del 2003, che descrive le caratteristiche principali che la “Tobin Tax” presenterebbe all'interno dell'ordinamento giuridico-tributario italiano.

L'imposta si applicherebbe a tutte le transazioni valutarie effettuate nei mercati dell'Unione Europea (nel testo della proposta di Legge è prevista anche l'istituzione di un'analoga imposta a livello nazionale). Costituirebbero transazioni valutarie oggetto dell'imposta i contratti, sia a contanti che a termine, gli swap e tutti i contratti derivati, da qualunque soggetto e a qualunque titolo effettuati, aventi per oggetto scambio di valute. L'aliquota dell'imposta verrebbe fissata, per ciascuna delle parti, in misura non inferiore allo 0,1% del valore delle transazioni per l'Europa. mentre avrebbe un'aliquota dello 0,02%, in ambito nazionale.

Per le banche centrali e per le altre autorità di politica economica nazionale ed internazionale sarebbe prevista l'esenzione totale dall'imposta.

Il gettito dell'imposta sarebbe destinato al finanziamento di programmi realizzati in concerto con enti, associazioni, organismi di rappresentanza sociale e ONG, al fine di conseguire i seguenti obiettivi: aumento dei fondi per la cooperazione allo sviluppo e loro riallocazione, al fine di realizzare il miglioramento delle categorie socio economiche più deboli e svantaggiate dei Paesi assistiti, calcolate in base agli indici di sviluppo UNDP (United Nation Development Program); riduzione del debito estero dei paesi a più basso reddito; finanziamento della ricerca tecnologica dell'Unione Europea orientata alla realizzazione delle disposizioni del protocollo di Kyoto e delle successive modifiche; incremento dei fondi destinati allo sviluppo delle aree depresse dell'Unione Europea.

Tratto da LA DE-TAX di Filippo Amelotti
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