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Il concetto di natura e il rapporto uomo-Dio in Marsilio Ficino

Il concetto di natura

Per natura si intende l’essenza stabile e permanente di una cosa, di un ente. Naturale è ciò che inerisce alla cosa, ciò che compete in maniera essenziale, persistente e stabile, e non accidentale o fortuita. Il concetto di natura coincide con quello di specie. Naturale è ciò che viene riconosciuto appartenere sempre e comunque a tutti gli individui di quella specie, è riscontrabile sempre e in tutti i membri di quella specie. Appetito naturale è quell’appetito che è suscitato in lui dalla sua stessa natura. Il fine a cui è rivolto è il bene: ogni essere ha connaturato a sé l’impulso al bene.
Ogni cosa esistente capace di moto possiede un determinato appetito naturale conforme alla sua essenza e specie (natura) e diretto al bene. L’appetito naturale tende alla perfezione del loro stesso essere, cioè alla piena realizzazione del suo essere in tutta la sua portata. Tendere alla perfezione è lo stesso che tendere alla propria causa per unirsi ad essa, perché la causa è sempre superiore all’effetto. Dunque l’appetito naturale, alla ricerca della perfezione, si rivolge alla sua causa perché è nel ritorno all’origine che possono soddisfarsi acquietandosi. L’ordine che regna in natura dimostra che il fine è conseguibile, perché dire che il mondo è ordinato vuol dire che è finalisticamente organizzato. Ogni fine particolare è subordinato ad un fine universale che è il Tutto stesso: dirigendosi ai loro propri fini le singole cose si dirigono al fine unico, cioè l’ordine e l’armonia nel suo complesso. Le singole parti sono rapportate al Tutto, per cui una cosa è perfetta in quanto armonicamente inserita nel Tutto e in funzione di esso.

L’imitazione di Dio

Uomo caratterizzato da affanno, irrequietezza, niente sembra soddisfarlo. Per  trovare pace si dedica all’esercizio delle arti: in questa sua capacità di autogovernarsi senza soffrire i limiti della natura corporea l’uomo mostra la sua somiglianza con la natura divina: si serve di tutti gli elementi, li abbellisce, ed appare come vicario di Dio in terra. L’irrequietudine che spinge l’uomo a tutte queste attività lo indice ad una sorta di imitazione di Dio: inoltre, solo l’uomo è in grado di dominare se stesso e governare l’universo. Conoscendo i moti dei cieli ha quasi lo stesso genio dell’Autore di tali moti: l’artefice umano imita quello divino e lo fa perché l’intelligenza di cui è dotato è simile a quella divina e tende ad incrementare questa somiglianza. Quattro facoltà eccellono su tutte le altre: prontezza della percezione; estensione della memoria; predizione dell’avvenire; uso delle parole. L’intelligenza concepisce tutto ciò che Dio fa: lo esprime con la parola, con la carta e nella materia, emulando Dio nell’arte e nei governi.

L’Assimilazione a Dio

All’anima non basta emulare Dio, ma vuole divinizzarsi facendosi Dio. Si può scorgere  nell’agire dell’uomo lo sforzo per conseguire quello status che è proprio soltanto di Dio: tale è l’appetito naturale della specie umana. Si spiega così l’inquietudine dell’uomo: se Dio è il fine dell’uomo, nessuna cosa finita può realmente soddisfarlo. A Dio si sono sempre attribuiti dodici doti, che definiscono la sua natura:
“1” è il primo vero e il primo bene in sé;
“2” è ogni cosa
“3” è l’autore di tutto
“4” è al di sopra di tutto
“5” è in ogni cosa
“6” è sempre
“7” provvede ad ogni cosa
“8” amministra con giustizia
“9” nell’atto di governare permane con forza nel suo modo di essere
“10” tratta ogni cosa con temperanza e soavità
“11” vive una vita ricchissima e piena di gaudio
“12” nel suo sommo grado di beatitudine si contempla , si ammira e si rende onore.

L’uomo cerca di far proprie queste doti: come dimostra il perpetuo affanno dell’uomo, esso ricerca il Bene supremo e non uno singolo e determinato..l’uomo è anima ed ha un corpo: l’anima è l’essenza e la vera natura dell’uomo e i bisogni spirituali sono più naturali, più essenziali di quelli fisici. L’uomo mira a conoscere la causa ultima di tutte le cose, la Verità stessa. Per la teoria dell’appetito naturale ogni cosa tende alla propria causa, ma ciascuna alla causa più prossima senza tendere oltre (al creatore, cioè). La causa prossima e sufficiente dell’anima è Dio stesso,perché l’anima deriva da Dio stesso e solo in Lui trova soddisfazione e riposo. Sicuramente, in conformità al perfetto ordine universale, l’anima potrà raggiungere il fine a cui è destinata, ma non in questa vita: l’estasi resta un momento transitorio, e un privilegio di pochi. Seconda dote: l’uomo cerca di diventare ogni cosa? L’uomo è capace di ogni forma di vita, riassumendo in se tutti i gradi di vita. Inoltre cerca di conoscere e si sforza di volere tutte le cose e poiché pensando e volendo si unisce agi oggetti che pensa e vuole si identifica con essi: conoscere = assimilarsi, pensarne l’essenza, identificarsi con essa. La mente si trasforma nelle cose che pensa, diventando ogni cosa e quindi diventando Dio. Terza e quarta dote: l’uomo imita la creatività divina e si pone in posizione di superiorità rispetto al creato. L’impulso a dominare dell’uomo mostra la sua nobiltà  e come alla sua esistenza inerisca una dimensione divina. Quinto e sesto attributo: l’uomo desidera essere sempre e ovunque. Si sforza di tramandare ai posteri la propria memoria e l’anima ha desiderio di immortalità. Settimo-decimo attributo: innegabile è lo sforzo  con cui l’anima cerca ci farsi previdente. Tramite le leggi ricerca la giustizia, tramite l’immutabilità (nella vita spirituale o nella resistenza dell’uomo comune) cerca la fortezza e nel desiderio di armonia ricerca la temperanza. Undicesima dote: da cui la ricerca di grandi ricchezze e sempre nuovi piaceri (sia spirituali, quelli giusti, che quelli modani) Dodicesimo attributo: l’uomo tende a fare proprio il culto che ha Dio per se stesso, rispettando e venerando ciò che di divino vi è nell’uomo (gli aspetti più nobili e sublimi della spiritualità propria e altrui). D’altra parte c’è il culto che, unici tra gi animali, gli uomini rendono a Dio. Dunque l’uomo cerca di possedere tutte e 12 le doti di Dio, la natura umana è nel suo fondo questo appetito di Dio, e solo di Lui si accontenta. Tutte le azioni non sono altro che manifestazioni di quest’impulso, vero motore di tutta l’esistenza umana. E  grande è l’uomo per questo suo desiderio.

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