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Berengario di Tours. Sapienza cristiana come conoscenza razionale


Berengario di Tours: negli stessi anni in cui si forma il punto di vista monastico, rappresentato da Lanfranco e Damiani, Berengario, rispondendo alle accuse di Lanfranco, sostiene la valenza teologica della ratio, e la sostanziale identità tra ragione e dialettica, contro quella concezione che vede incompatibilità tra fede e dialettica. Quando B. parla i ratio, parla allora di dialettica. Fa questo proprio in uno scritto che nasce come risposta a Lanfranco: il Rescriptum contra Lanfrannum. Egli afferma che chi rinuncia all’utilizzo della ragione, che Dio gli ha donato facendolo a sua immagine, mette da parte la sua dignità di uomo. la scienza profana e quella sacra sembrano uniformarsi per formare insieme la sapientia dei. Ciò allora che lo distingue dai due pensatori precedenti è il fatto che egli considera tale sapienza cristiana come conoscenza razionale. È vero però che sarebbe riduttivo, nonostante egli fondi tutti i suoi interventi a proposito dell’eucaristia su procedure argomentative, sostenere che B. voglia inglobare la teologia all’interno della scienza profana, razionalizzando anche la fede. Egli vuole semplicemente rafforzare i principi della fede cristiana attraverso il setaccio della ragione, l’unico in grado di assicurare una conoscenza propria dell’uomo.

Tratto da LA DOTTRINA DEI TEOLOGI di Carlo Cilia
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