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Doveri ai bambini


Molti genitori ritengono che i figli debbano avere qualche dovere a casa. In genere la motivazione è che fa bene e favorisce lo sviluppo.
Tuttavia, in base alle conoscenze di cui oggi disponiamo sullo sviluppo infantile, nulla conferma la veridicità di una simile affermazione. Sappiamo invece che la cosa migliore per il benessere e lo sviluppo dei bambini è giocare il più possibile. Il gioco non solo facilita i successivi processi di apprendimento, ma rafforza la capacità di affrontare le situazioni difficili.
I bambini aiutano più volentieri se non lo sentono come un dovere. Se come accade il più delle volte, intorno alla questione dei doveri sorgono conflitti, conviene riflettere sulle proprie convinzioni in proposito. Perché in genere molti doveri comportano anche molti problemi.
Molti di questi conflitti sorgono perché i genitori tengono poco conto delle capacità che i figli possiedono in una determinata fase di sviluppo. Ignorano per esempio che i bambini di età compresa fra i 9 e i 10 anni non sono in grado di guardare molto in là nel futuro. Così la voglia di collaborare entra rapidamente in contraddizione con l’incapacità di pensare in termini temporali più ampi. Mentre i genitori hanno già in mente il calendario di tutto un anno, il bambino vive sostanzialmente nel presente.
Quando uno dei due genitori si trova improvvisamente a dover gestire la famiglia da solo, i bambini dimostrano spesso una disponibilità fino ad allora sconosciuta.
Nel momento in cui la collaborazione assume un senso concreto, i bambini si dimostrano disponibili e consapevoli dei propri doveri.
I bambini vengono volentieri incontro alle esigenze degli adulti, ma nutrono un sano scetticismo nei confronti di tutto quello che sarebbe “per il loro bene”.

Per i ragazzi di età compresa fra i 14 e i 20 anni le regole in parte cambiano. I ragazzi che vivono in casa devono sapere esattamente cosa ci si aspetta da loro. E i genitori devono continuare a tenere saldamente in mano la guida della famiglia. È essenziale esprimersi in modo chiaro e personale. Soprattutto con gli adolescenti è importante evitare le critiche moralistiche.
Sono molti gli elementi che contribuiscono alla creazione di un’atmosfera familiare in cui tutti si sentono a proprio agio e in cui ci si può aspettare che, crescendo, i figli diano il loro contributo. Ma non funziona secondo il principio dello scambio di favori.
Come nella maggior parte delle questioni che riguardano le regole e i valori familiari, ogni famiglia deve trovare la propria strada e stabilire le proprie norme. Se nella vita familiare ci sono continui conflitti e critiche reciproche, significa che è arrivato il momento di mettere in discussione le regole che si sono stabilite.

Tratto da LA FAMIGLIA È COMPETENTE di Anna Bosetti
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