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Il principio di fedeltà come obbedienza al sovrano

Il principio di fedeltà come obbedienza al sovrano


Alcuni protagonisti del movimento popolare erano realmente convinti della legittimità del richiamo alla tradizione e desideravano mantenere la lealtà verso il legittimo sovrano; ma la formula della fedeltà conteneva, almeno per la parte più colta del popolo e per coloro che erano stati coinvolti ei conflitti politico-istituzionali degli anni precedenti, anche una rivendicazione ideale e politica corrente, se non con i metodi con alcuni motivi della protesta in atto; infine e soprattutto per la ricchezza dei suoi contenuti l’idea della fedeltà poteva essere sradicata dall’originario significato dinastico e legittimistico ed era suscettibile di importanti e radicali sviluppi. La consapevolezza di questa potenzialità, che sul piano teorico o in funzione delle rivendicazioni particolaristiche della nobiltà apparteneva già da tempo alla cultura napoletana, ricevette un nuovo impulso e nuovi sviluppi nel decennio precedente il ’47 dalla ripresa delle idee di riforma istituzionale, dal dilagare della resistenza al coinvolgimento del Regno nella guerra della monarchia. Su queste basi i conflitti suscitati dall’insurrezione popolare sfociarono rapidamente nel mutamento o nell’abbandono di idee politiche fino ad allora radicate nella coscienza collettiva. Il principio di fedeltà acquistò un significato diverso e antitetico rispetto alla versione ufficiale che metteva l’accento prevalentemente sull’obbedienza al sovrano. Come conseguenza venne meno il suo secolare riferimento alla corona di Spagna e il principio di fedeltà diventò la base ideale dell’opposizione alla corona spagnola, dell’indipendenza e della repubblica. I punti di riferimento erano dunque cambiati: il sentimento e il principio di fedeltà si rivolgevano ora alla patria e alle istituzioni repubblicane che i rivoluzionari cercavano di costituire. L’identificazione dell’interesse generale del Regno e la persona del sovrano aveva subìto un profondo deterioramento già molto tempo prima della rivoluzione. L’avversione alla Spagna e alla corona si era diffusa anche a livello popolare a Napoli e nelle province. Il sentimento antispagnolo emerse quindi fin dal primo momento come uno dei motivi più importanti della crisi rivoluzionaria: su questa base gli indipendentisti si impegnarono a indirizzare verso la patria e le istituzioni repubblicane il sentimento ed il principio di fedeltà portando quindi fino alle estreme conseguenze la ribellione. Il Cittadino Fedele si collega a questo impegno, ma non vuole contrapporre in generale monarchia e repubblica, non condanna la monarchia o l’assolutismo monarchico in quanto tali, bensì rivendica l’indipendenza, riferendosi alla specifica esperienza del suo paese, la cui identità e il cui equilibrio interno (la libertà) sono stati negati e soffocati dal dominio straniero. L’obiettivo è perciò la creazione di uno stato autonomo e indipendente.

Tratto da LA FEDELTÀ NEL '600 di Alessia Muliere
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