Skip to content

386, anno della conversione di Sant'Agostino


Il 386 fu un anno abbastanza decisivo per Agostino. Era giunto a Milano impregnato dalle idee del Manicheismo anche se ormai intellettualmente deluso da esso, in lui si faceva sempre più avanti lo scetticismo. La conversione avvenuta in Agostino non è un passaggio radicale dall’ateismo-pagano al Cristianesimo, bensì un passaggio sconvolgente e che avviene all’interno di un orizzonte monoteistico sostanzialmente cristiano, poiché era cresciuto nell’educazione cristiana da parte della madre, aveva accettato l’inserimento in un orizzonte religioso e per lui il monoteismo era molto evidente e il problema religioso non era marginale. Egli narra la sua conversione nell’opera: “Le Confessioni”, la ricostruisce e la narra attraverso un’attenta e ricca analisi di un’evoluzione religiosa ed intellettuale insieme. Ma allora in che cosa consiste la sua conversione? Certamente non è solo un fatto morale in altre parole in un adeguamento del comportamento alle verità intellettuali e religiose. Per lui, infatti, la morale è strettamente secondaria e quindi conseguente alla risposta teoretica.

Tratto da LA FILOSOFIA NEL MEDIOEVO di Carlo Cilia
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.