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Creazione e categorie di sostanza e causa in Ockham



A questo punto bisogna considerare la creazione, che ci insegna che Dio è assolutamente libero, cioè vincolato da nulla, in questo atto di amore che è la creazione: in virtù di questa libertà egli avrebbe potuto creare qualsiasi altro tipo di mondo, governato da altre leggi; è questo che rende il mondo contingente e non eterno. In questo modo si riconosce a Dio infinita onnipotenza e questo ha importanti conseguenze in fisica e in cosmologia: diventa possibile l’esistenza di una pluralità di mondi. Alla base della conoscenza del nostro mondo sta l’esperienza che è l’unica a darci una conoscenza scientifica delle leggi che lo governano e che valgono esclusivamente all’interno di esso. Ancora una volta egli applica il principio di economia del rasoio: non è necessario ammettere che i corpi celesti sia costituiti da una materia diversa rispetto a quella del nostro mondo: non si può infatti dimostrare che i corpi celesti siano incorruttibili e quindi fatti di etere: nella sua onnipotenza Dio potrebbe distruggerli. In questo modo Ockham colpiva al cuore due cardini della scienza aristotelica: le nozioni di sostanza e di causa: dal momento che è solo grazie all’esperienza che può esserci conoscenza è inutile (rasoio) presupporre l’esistenza di un “sostrato” delle cose chiamato sostanza.

Tratto da LA FILOSOFIA NEL MEDIOEVO di Carlo Cilia
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