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Otto Karolyi – Armonia e contrappunto


I tre elementi fondamentali della musica sono il ritmo, la melodia e l’armonia. In senso fisico la melodia non è nient’altro che una successione di suoni, anche una scala può essere definita una melodia. Ma la melodia è naturalmente molto di più, il soffio che dà vita e coerenza ad una successione di suoni. E’ la qualità di tensione interna fra le note della scala che fa una melodia.

E’ possibile fare una distinzione di carattere generale fra tre tipi di melodie. Il primo è caratterizzato da un progredire per gradi congiunti. Il secondo tipo presenta salti più ampi, in genere di terza, quarta e quinta. Il terzo può essere definito come una combinazione dei primi due tipi. Infine, nella melodia, tensione e rilassamento devono succedersi nella giusta proporzione.

L’armonia è la combinazione simultanea di uno o più suoni e, al contrario della melodia che si costruisce orizzontalmente, ha struttura verticale. Due o più note che risuonano simultaneamente costituiscono un accordo. Sopra una nota considerata fondamentale sono altre note, chiamate armonici, che risuonano contemporaneamente ad essa.

La grande scoperta fu nel rendere possibile il canto simultaneo anche ad intervalli diversi dall’ottava. La tecnica di raddoppiare una melodia ad una quarta o ad una quinta fu detta organum.

Verso la metà del XV secolo, la terza fu accettata nella prassi musicale, e combinata con la quinta in modo da formare una triade. La triade è la combinazione simultanea di tre suoni: essa ha origine da qualsiasi nota sopra cui si aggiungono rispettivamente la terza e la quinta. La nota di base su cui è costruita una triade, si chiama fondamentale. Essa è l’elemento fondamentale dell’armonia occidentale, e della teoria musicale dal XV secolo fino a Schoenberg.

Le triadi si distinguono in maggiori o minori (quando la terza sopra la fondamentale è maggiore o minore), eccedenti o diminuite (quando l’intervallo tra la fondamentale e la quinta è eccedente o diminuito). Esistono due tipi di relazione tra le triadi: una dovuta dall’avere in comune la terza o la quinta, una che si ha quando le triadi sono contigue ma non hanno note in comune.

Dopo l’avvento della triade, la modalità venne abbandonata e, intorno alla fine del secolo XVII, sostituita dal nuovo sistema tonale di scale maggiori e minori. Da allora fino alla fine del secolo scorso questo gerarchico sistema musicale sembrò definitivo e immutabile. Ma non fu così.

Tratto da LA GRAMMATICA DELLA MUSICA di Domenico Valenza
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