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Forma di assistenza nel cristianesimo


La storia dell’assistenza ha il carattere fondativo nel cristianesimo. Le principali pratiche assistenziali si sono localizzate all’inizio nei conventi e nelle istituzioni religiose poi si sono avute forme di collaborazione. In ogni società si è instaurato un sistema di assistenza a partire dalla divisione tra POVERI BUONI E CATTIVI. Non potendo soccorrere tutti venivano soccorsi solo i poveri buoni. Un povero deve manifestare umiltà esibire delle prove della sua condizione per essere “buono”. Con i progressi e l’urbanizzazione l’insieme delle pratiche è dominato da due fattori:
La relazione di prossimità che deve esistere tra il beneficiario dei soccorsi e l’istanza dispensatrice: ossia l’indigente può essere soccorso solo se riconosciuto all’interno della comunità
Il criterio di inabilità al lavoro: presi in carico coloro che non possono provvedere da se ai propri bisogni perché sono incapaci di lavorare.
Simulazione dell’invalidità: cerca di aderire al modello ideale, l’esibizione della finta infermità è ricorrente in tutti i secoli.
Ci sono inoltre i “poveri vergognosi” ossia coloro che sono assistiti senza essere incapaci di lavorare, questi sono indigenti perché hanno subito un educazione e avuto un ruolo onorevole ma poi sono decaduti. Questa categoria appare in Italia solo nella metà del 13 secolo che esprime un declassamento sociale. Queste persone conservano la loro rispettabilità che riscuotono sottoforma di soccorsi. “mendicante valido” da sempre sono esistiti gli oziosi che vivevano di elemosina, si creano addirittura regolamentazioni per non dare loro la carità. Questa figura ha una contraddizione perché da un lato rivolge assistenza perché deprivati di tutti ma dall’altro siccome non è ritenuto responsabile della propria condizione l’assistenza gli si nega. Esistono persone che non lavorano perché hanno un deficit e altre che non hanno lavoro. Il mendicante valido può lavorare ma non ha un lavoro...

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