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"Il gabinetto del dottor Caligari" di Robert Weine



Questo film è considerato il prodotto simbolo dell’espressionismo tedesco. La messa in scena ha come esplicito scopo quello della deformazione della realtà, sorretta da una straordinaria coerenza visiva e un immaginario ricchissimo. Il film costituisce una delle prime esperienze filmiche legate alle problematiche della filosofia contemporanea e risente del clima di messa in discussione della realtà, della cosa in sé e della verità che caratterizza l’eredità di Nietzsche. Il film è conosciuto soprattutto per la configurazione particolare delle immagini e per l’uso di scenografie irrealistiche, deformate, fatte di case sghembe e distorte, di spazi irregolari, di oggetti amplificati, di giochi allucinati di luci e ombre, spesso disegnate sugli stessi fondali. Sono immagini che oggettivano adeguatamente una visione angosciata e alterata del reale e presentano un mondo ridotto a spazio allucinato, a ossessione interiore.

Tratto da LA NASCITA DEL CINEMA di Marco Vincenzo Valerio
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