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Il quadro coloniale del tardo 400


Le colonie fondate dagli stati nazionali nel tardo Quattrocento erano certamente un fatto nuovo, eppure non così nuovo. Sebbene spinti apparentemente da un nuovo insaziabile bisogno di metalli preziosi, sebbene le colonie fossero territori per la prima volta estremamente lontani dal centro di governo, le radici dell'espansione coloniale sono molto antiche e risalgono a Roma. Roma infatti presta infatti agli ideologi di Spagna, Francia e Inghilterra il linguaggio e i modelli politici di cui avevano bisogno, poiché l'impero romano aveva da sempre avuto una posizione di preminenza assoluta nell'immaginario politico dell'Europa Occidentale. Roma infatti era vista come il più vasto e potente organismo politico del mondo e una serie di scrittori le aveva attribuito una speciale finalità, e talvolta a tale finalità non era estranea nemmeno la volontà divina.
Iniziamo quindi il nostro discorso enucleando i tratti principali dell'Impero Romano nel modo in cui esso venne interpretato dagli osservatori di età medievale e moderna, o più propriamente gli aspetti sui quali si concentrò la discussione fra tutti coloro che si domandavano cosa fosse un impero, cosa avrebbe dovuto essere, e se la sua esistenza fosse o meno giustificabile.

Tratto da LA NASCITA E L'EVOLUZIONE DELL'IMPERIALISMO di Gherardo Fabretti
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