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L'impero francese del 500


Ma la Spagna non fu l'unica potenza che tentò di costruire un impero sotto forma di missione.
In Francia i re, pur non avendo né bolle papali né attaccamenti particolari al titolo imperiale, a partire da Francesco I cambiarono rotta. Primo esempio di conquista sotto forma di missione religiosa la troviamo nella delegazione in Nord America di Jean de La Rocque che espresse il desiderio del re che egli si stabilisse in Nord America per “impartire la santa fede cattolica e la dottrina, per fissare e imporre pace e legge tramite ufficiali di giustizia, in modo che essi potessero vivere secondo ragione e civiltà”. Enrico IV, cinquant'anni dopo, ribadì che le sue missioni coloniali nell'Oceano Indiano e Atlantico erano una pure continuazione degli obiettivi dei suoi predecessori. Non c'era bolla papale che gli autorizzasse ma naturalmente l'alibi del dovere sacrosanto di evangelizzare un popolo con o senza bolle papali era abbastanza efficace. Eppure le dichiarazioni di Francesco I sulla sua totale mancanza di intenzione di invadere territori di Carlo V o del re del Portogallo, in qualche maniera lascia intendere un che di imbarazzo intorno alla questione.  I francesi non discutevano solo sull'opportunità di non inimicarsi le altre potenze atlantiche, anzi non era nemmeno il loro obiettivo primario, che era invece quello di mettere a posto la coscienza del re dinanzi a Dio. Altro obiettivo era quello di fissare una identità moralmente accettabile e chiaramente distinguibile per le nuove colonie. Naturalmente alla corona conveniva dare l'immagine di un impero cristiano che annetteva filantropicamente nuove terre in nome di un proselitismo necessario, piuttosto che quella di una monarchia temporale alla ricerca di nuove risorse. Non è un caso che nel 1627 Luigi XIII giustifichi la nascita della prima compagnia commerciale in Canada (la Compagnie des Cents Associés pour le Commerce du Canada) con l'intenzione di portare a quei popoli civiltà e fede, tramite l'inserimento di compatrioti francesi e cattolici che avrebbero dato il buon esempio, infilando alla fine, quasi come riflessione accessoria pensata sul momento, che i sudditi da quelle terre avrebbero potuto ricavare qualche piccolo vantaggio commerciale. Luigi XIV continua sulla stessa scia sostenendo che due erano gli obiettivi principali a proposito degli indigeni: la conversione alla fede cristiana e il lavoro utile per la crescita dei commerci; due termini visti assolutamente non in frizione perchè le risorse naturali trovate erano il premio di Dio per gli Europei che avevano diffuso la fede tra gli indigeni e gli stessi scambi commerciali erano un modo per evangelizzare.

Tratto da LA NASCITA E L'EVOLUZIONE DELL'IMPERIALISMO di Gherardo Fabretti
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