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Erasmo da Rotterdam: Elogio alla pazzia


(1509). Le posizioni di erasmo raccolgono le critiche, le proposte, le aspirazioni e le speranze della tradizione medievale e umanista, le organizzano in una chiave più sistematica e le propongono alla posterità: come indicazione di percorsi attuabili mediante soluzioni rivoluzionarie ovvero come modelli di riferimento per uno sviluppo storico delle evoluzioni meno rapide e cruente. Reclama la purezza della religione contro qualsiasi commistione che ne violi i significati. Liberare la religione dalla superstizione, dagli usi mondani e politici per ricondurla all’originalità del messaggio evangelico e della chiesa degli apostoli. La sua critica si traduce nei noti strali lanciati contro la mercificazione del sacro e contro la cupidigia di mondanità e la sete di apparenza caratteristici di una parte della chiesa e di una parte degli ecclesiastici. Attraverso la metafora del Sileno, invita non solo i cristiani ma gli uomini di cultura e i ministri del culto a oltrepassare la soglia del visibile per cogliere la vera natura della religiosità.
Superstiziosi. Tutti quelli che godono ad ascoltare, a proparare miracoli e prodigi e non si saziano a sentir mirabilia di spettri, ombre, fantasmi… essi sono lontanissimi dalla verità. Sono solo bugie che servono a cavar quattrini come fanno normalmente preti e predicatori. Della stessa forma sono quelli che se hanno la fortuna di vedere qualche statua o quadro di San Cristoforo pensano di aver scampato la morte. Certi si fidano di piccoli segni magici, o preghiere inventate da impostori per puro guadagno che poi promettono salute, gioia, prosperità piaceri e un posto in paradiso. Dice che questo comportamento è generato dalla pazzia ma è approvato anche dai professori di religione. La vita dei cristiani è in balia di questi vaneggiamenti ma sono i sacerdoti ad autorizzarli perché è una fonte di denaro che non finisce mai.
Religiosi e monaci: gran parte di essi non ha niente a che fare con la religione e(anche se monaco, da monos in greco vuol dire solitario) te li trovi sempre tra i piedi. Sono in odio a Dio e al diavolo e solo incontrarli porta sfortuna. Pensano che la religione non abbia nulla a che fare con gli studi tanto da non saper neanche leggere. Tanti mendicano il pane con fracasso e creano danno agli altri mendicanti. Con la sporcizia, l’ignoranza, la rozzezza, la spudoratezza pretendono di rappresentare gli apostoli. Amano il denaro, il vino e le donne. Molti di loro credono in cerimonie e tradizioni umane ma Cristo non tiene conto di queste pratiche, esige solo l’osservanza del comandamento della carità
I vescovi: emulano la vita dei re…. Ma dovrebbero ricordarsi che il rocchetto di lino indica che dovrebbero vivere una vita immacolata, la mitra che dovrebbero conoscere l’antico e il nuovo testamento alla perfezione, i guanti che dovrebbero non contagiarsi con le cose umane.
I cardinali: dato che hanno preso il posto degli apostoli e perciò ci si aspetta le gran virtù che essi avevano. Devono ricordarsi che non sono padroni ma solo amministratori di beni spirituali. Dovrebbero condurre una vita di lavoro e stenti come quella degli apostoli.
Contro i papi: dovrebbero imitar la vita di Cristo, cioè povertà, fatiche, dottrina, croce, stenti. Se fosse questa la vita del papa chi mai comprerebbe quel posto con tutti i mezzi e lo difenderebbe con la spada e col veleno?
Non c’è nessuno che più dei papi viva mollemente e senza pensiero

Tratto da LA NUOVA SPIRITUALITÀ DELL'ETÀ MODERNA di Filippo Amelotti
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