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Erasmo da Rotterdam: Far pagar gabella al morto


(1536). Far pagar gabella al morto si diceva di chi continuava ad ammassare denaro senza badare alla provenienza, chi andava a caccia di lucro senza pudori e senza riguardi, sfruttando fonti meschine come lo sfruttamento della prostituzione o il commercio del proprio corpo. Il processo di riproduzione del denaro dal denaro è contro natura. Il prestito a interesse ha trovato nella società cristiana una larga applicazione che gli usurai vengono considerati alla stregua di colonne della chiesa mentre si disprezzano i contadini che rappresentano il ceto sociale più integro e più necessario alla collettività. Eppure l’usura era stata condannata dagli antichi e interdetta dalle leggi degli ebrei e esecrata dai santi decreti pontifici. Erasmo non ha avversione di principio contro chi esercita un prestito a interesse specialmente se si tiene conto della pressi finanziaria vigente è più facile vedere in luce positiva l’usuraio che quella sordida genia di trafficoni che a forza di raggiri, menzogne e frodi riesce a fare affari.
La frenesia del guadagno è arrivata al punto che non c’è più cosa al mondo né sacra né profana che non sia stata trasformata in una fonte di reddito. Un tempo perfino sotto i tiranni l’uso del mare, fiumi, strade, selvaggina era comune. Oggi, 3 o 4 aristocratici si rivendicano il possesso di tutti questi beni come se loro soli fossero uomini. Non si può entrare in un porto o superare un ponte senza patire un’estorsione. I ceti più umili si vedono defraudati del necessario. Non hai diritto di raccogliere il frumento sui tuoi campi senza incorrere in una decima. La macinatura e la tritatura ne portano via altre. Ci sono paesi dove più della metà della birra è riservata al principe. Ogni giorno escogitano nuove fonti d’introito. Questa politica tributaria genera violenti risentimenti contro i principi ma ai loro occhi nessun espediente appare indegno se atto a produrre un gettito.
Per quanto sia vergognoso vedere i principi cristiani adottare in materia fiscale una linea di condotta così spietata lo spettacolo che offrono non è paragonabile a quello dei sacerdoti. I sacerdoti dovrebbero distribuire gratuitamente i loro doni come gratuitamente li hanno ricevuti e invece ti fanno pagare anche loro ogni cosa senza esenzioni. Non ricevi il battesimo se non metti mano alla borsa. Non ti convalidano il matrimonio senza farsi pagare e non prestano orecchio a un penitente senza aspettarsi una ricompensa. Nelle società pagane invece i diseredati disponevano di un sepolcro comune, avevi una tomba dove deporre gratis i tuoi morti. In quelle cristiane non puoi neanche scavare una tomba a un morto senza pagare un pezzetto di terra al sacerdote. Dimensioni e bellezza del posto sono proporzionate alla cifra.

Tratto da LA NUOVA SPIRITUALITÀ DELL'ETÀ MODERNA di Filippo Amelotti
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