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Il ciclo di conferenze tra i Grandi dopo la seconda guerra mondiale

Incontro a Casablanca (gennaio 1943): gli angloamericani decidono per la formula sulla resa incondizionata di Berlino.
Conferenza di Mosca (ottobre 1943) tra i ministri degli Esteri delle potenze alleate: Mikolajczyk chiese una garanzia delle frontiere polacche a Londra e Washington.
Conferenza di Teheran (novembre 1943): la questione delle frontiere fu conclusa prendendo come definitiva la frontiera data dalla linea Curzon che prevedeva il passaggio della città di Lwow all’Urss. Stalin rivendicò il porto sul Baltico di Konigsberg (Kaliningrad). Furono accettate tutte le richieste di Stalin. Il problema polacco rientrava nella più ampia questione dell’Europa Orientale: l’Urss chiedeva in quest’area confini sicuri e uno sbocco sui mari caldi. Il compito di far accettare ai polacchi di Londra le richieste di Stalin gravò su Churchill, che ottenne da Mikolajczyk solo l’accettazione di una linea provvisoria di demarcazione a est di Lwow, scatenando le ire del Cremlino.
Nel frattempo Mosca diede il via ad un’intensa attività propagandistica sfruttando un nucleo di intellettuali comunisti polacchi emigrati in Urss. Nel 1941 era nato nella Polonia occupata dai sovietici il Partito operaio polacco, guidato da personaggi quali Bierut e Gomulka, segretario del partito. Gomulka creò un Consiglio nazionale polacco in concorrenza con il governo clandestino, ma l’iniziativa durò solo poche settimane perché non era stata preceduta da un’autorizzazione da parte di Mosca. Nel ’44 nacque invece con l’assenso di Stalin il Comitato polacco di liberazione nazionale, il cui programma prevedeva (guarda caso) l’accettazione delle richieste sovietiche in materia di frontiere. Mosca riconobbe il Comitato, presieduto da Morawski, come solo organo del potere esecutivo in Polonia, e lo installò a Lublino determinando la fine del governo di Londra. Con l’istituzione anche di una Guardia popolare cominciarono gli scontri con le Forze nazionali armate d’ispirazione fascista, teoricamente inserite nell’esercito nazionale guidato da Bor-Komorowski. Questi, insieme all’esercito, creò un’organizzazione, la “NO”, con lo scopo di difendersi dai sovietici. Il generale BK decise di far sollevare alcune città per potersi presentare da liberatori alle avanzanti truppe sovietiche. La ribellione iniziò nel luglio ’44 a Vilnius e poi a Lwow. A fine luglio i sovietici erano alle porte di Varsavia e il generale fissò per il 1 agosto l’inizio dell’insurrezione nella capitale. Fu una pessima idea perché i polacchi si trovarono a combattere contro i tedeschi senza ricevere l’aiuto russo. In ottobre la città si arrese ma era ormai distrutta (220.000 civili morti e 22.000 combattenti) e i sovietici occuparono le sue rovine nel gennaio del 1945.
Conferenza di Jalta (febbraio 1945): due governi si contendevano il governo provvisorio della Polonia: quello con sede a Londra e quello filosovietico di Lublino. I confini con l’Urss non furono rimessi in discussione, salvo per Lwow che rimase alla Polonia. Stalin riconobbe come governo provvisorio il Comitato di Lublino e a Jalta non si nominò proprio il governo polacco di Londra. A favore di Stalin vi era la forza delle sue truppe che avanzavano verso Berlino e l’imminente firma della Carta dell’ONU, che richiedeva che si formasse un governo polacco al più presto. Alla fine anche Mikolajczyk fu costretto ad accettare le decisioni di Jalta.
L’avvento al potere di Truman negli USA contribuì a cambiare lo scenario. Il rapporto tra le grandi potenze da trilaterale stava velocemente diventando bilaterale, e il governo polacco di Londra non aveva dunque più capacità contrattuale a differenza di quello di Varsavia (non era Lublino?). In aprile Urss e governo polacco firmarono un attestato di assistenza e collaborazione per il dopoguerra. Intanto, con Truman, l’atteggiamento americano verso Mosca si fece più morbido, in attesa di completare gli esperimenti sulla bomba atomica. Truman era convinto che da una consultazione elettorale onesta sarebbe sorta una Polonia in stile occidentale. La presidenza provvisoria del nuovo governo andò ad un fedelissimo di Stalin, Bierut. Alla presidenza della Repubblica andò Morawski con Gomulka e Mikolajczyk vice-presidenti.

Tratto da LA POLONIA di Giulia Dakli
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