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L’origine dell’analisi del territorio: il social survey e la Scuola di Chicago

L’origine dell’analisi del territorio: il social survey e la Scuola di Chicago 

L'analisi empirica del territorio come mezzo per inquadrare il contesto sociale affonda le radici in Gran Bretagna alla fine del XIX secolo. A sostegno delle lotte della sinistra contro il degrado umano in cui vivevano le classi lavoratrici, prende origine la SOCIAL SURVEY cioè l'indagine scientifica della realtà sociale e dei bisogni di una comunità condotta allo scopo di intervenire per modificarla, presentando un programma costruttivo di progresso sociale. La social survey si sviluppa negli Stati Uniti ove nel 1928 sono più di 3000 gli studi condotti su questioni sociali.La social-survey collegando la conoscenza dei problemi sociali al tentativo di intervenire per risolverli integra la tradizione ottimistica dell'illuminismo europeo con il pragmatismo americano. 
Il primo social survey di una certa portata teorica e metodologica è quello di BOOTH che si proponeva di indagare la distribuzione della povertà nelle diverse zone di Londra attraverso l’analisi delle condizioni di vita dei diversi strati sociali, utilizzando principalmente dati statistici raccolti dalle autorità scolastiche, ma anche l’osservazione partecipante, l’intervista, il questionario e i colloqui di gruppo. 
Merita di essere citata anche l’opera metodologica di SIDNEY e BEATRICE WEBB i quali fanno il punto su alcuni decenni di social survey esponendo con chiarezza quali siano i problemi che ci si trova ad affrontare nel raccogliere informazioni sociali con differenti tecniche (osservazione, intervista, uso di documenti, di fonti letterarie, di dati statistici…) 
È soprattutto nel corso degli anni ’20 e ’30, con l’affermarsi del Dipartimento di Sociologia e Antropologia culturale dell’Università di Chicago, che prende origine un approccio allo studio di comunità omogeneo e solidamente fondato dal punto di vista teorico e metodologico, anche se per taluni aspetti controverso. Nasce la SCUOLA di CHICAGO. 
ALBION SMALL Fondatore del Dipartimento di Sociologia Definisce Chicago (che in quel periodo assisteva al più alto incremento demografico) come UNO DEI PIÙ COMPLETI LABORATORI SOCIALI ESISTENTI AL MONDO “I problemi più seri della società moderna sono presenti nelle grandi città, e devono essere studiati per come si incontrano, nella loro forma, concreta, all’interno di tutta la popolazione”. La Scuola di Chicago si propone di analizzare tale laboratorio sociale sia dal punto di vista fisico, sia da quello sociale, considerandone i meccanismi, i sentimenti, le usanze e gli apparati amministrativi. La città moderna, prodotto non programmato della fatica di diverse generazioni, più che come una semplice entità collettiva è vista come un complesso meccanismo nel quale e attraverso il quale gli interressi privati e quelli pubblici trovano espressione organizzata. 
L’ottica attraverso la quale la Scuola guarda ai problemi sociali della città è egualitaria, riformista e democratica. Seguendo l’epistemologia del SOCIAL SURVEY, scopo ultimo della conoscenza sociale è, per i ricercatori di Chicago, la risoluzione delle tensioni, dei conflitti e degli squilibri che derivano dalle trasformazioni sociali. È qui evidente, fra le altre, l’influenza di John DEWEY il valore della conoscenza scientifica, che deve integrare proficuamente teoria e prassi, deriva direttamente dalla sua utilità, sia essa morale, sociale o anche biologica; lo sviluppo delle persone e delle comunità diviene uno degli scopi della ricerca scientifica. 
Il paradigma teorico dell’ECOLOGIA UMANA nasce nella scuola ed è il tentativo di applicare allo studio delle modalità di sviluppo delle comunità i principi dell'ecologia, la quale si occupa dei rapporti tra gli organismi ed il mondo esterno, in cui possiamo riconoscere in modo più ampio i fattori della lotta per l'esistenza. 
PARK esponente della Scuola, pose enfasi sulla COMPETIZIONE come fattore centrale della vita collettiva con effetti sulle organizzazione presenti all'interno della comunità.La competizione è un'interazione senza contatto sociale, ad essa si associano 3 forme di interazione: CONFLITTO, ACCOMODAMENTO ed ASSIMILAZIONE. La competizione assume la forma del conflitto o della rivalità quando diventa consapevole cioè i competitori si identificano tra loro come rivali. Mentre la competizione è inconsapevole, impersonale e continua il conflitto è sempre consapevole, esso può cessare con l'accomodamento che è un processo di adattamento che ha lo scopo di tener sotto controllo le spinte della competizione. Però l'accomodamento è fragile per consolidarsi deve avvenire l'assimilazione. L'assimilazione non implica l'annullamento delle differenze individuali significa solo che può nascere una concordanza di orientamenti, è un processo di compenetrazione e fusione. PARK, considerando la maggior complessità delle società umane rispetto a quelle animali e vegetali, distingue due ordini BIOTICO regolato dai cechi meccanismi della competizione. SOCIALE regolato dalla comunicazione, dal consenso, dall'azione collettiva e dalla socializzazione. AREA NATURALE prodotto non pianificato della crescita di una città (esempio la Hoboemia zona in cui si insediavano lavoratori senza fissa dimora a New York) Ogni area naturale ha caratteristiche peculiari che si vengono caratterizzando nel corso del tempo. 
L’ecologia umana, a distanza di vari decenni, presenta molti elementi di debolezza se da un lato è mancata una teorizzazione sistematica sui fenomeni studiati, dall’altro appaiono criticabili l’eccessivo determinismo ambientale, la stessa analogia uomo-pianta e l’esagerata enfasi sulla competizione, che portano a trascurare il ruolo giocato dalle dinamiche sociali, storiche, economiche e culturali nel determinare l’organizzazione spaziale della comunità. L’ecologia umana si è del resto andata modificando nel corso degli anni, tentando di recuperare l’influenza delle forze culturali e, contemporaneamente, riducendo sempre più il tentativo di scoprire leggi generali. 
POPLIN Individua tre correnti ecologiche successive a quella classica di Park ed allievi, che hanno in comune due elementi fondamentali La messa in dubbio della preponderanza esplicativa della competizione e Il recupero delle dimensioni socioculturali nel dare forma agli agglomerati urbani. Fra esse, particolarmente interessante è quella definita dell’ANALISI dell’AREA SOCIALE, che studia il fenomeno urbano attraverso tre variabili fra loro correlate lo STATUS socioeconomico della popolazione, l’URBANIZZAZIONE della zona e la SEGREGAZIONE, ovvero la composizione di censo della popolazione dell’area considerata. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
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