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Teorie sul concetto di comunità nella psicologia di comunità

Teorie sul concetto di comunità  nella psicologia di comunità

Weber idea di comunità agganciata al concetto di RELAZIONE riceve concretezza grazie all’importanza dell’AZIONE sia intesa come espressione d un soggetto capace di attribuire un SIGNIFICATO al mondo in cui vive e di portarvi i suoi progetti, sia come STRUMENTO che TRASFORMA la SOCIETA’ in un’ottica costante di cambiamento, di incontri e scontri tra gli interessi e le idee. 
Negli stessi anni, o poco dopo, anche LEWIN faceva dei PROPOSITI l’elemento centrale della motivazione dell’agire umano. 
AZIONE concretizza l’idea di un SOGGETTO ATTIVO uno che non solo desidera, pensa e soffre ma che anche FA, e che, quindi, non si limita a “reagire” alle cose ed alle situazioni, ma è in grado di modificarle, di crearne di nuove. 
Nell’azione è implicito il concetto di progetto e di innovazione Hannah Arendt 
Il mondo sociale plasmato dall’azione è un luogo di CONFLITTI Marx e Weber ma è anche il luogo in cui gli individui possono creare tra loro LEGAMI per realizzare PROGETTI COMUNI rivolti a migliorare la loro condizione e quella dei loro figli su questa base si è sviluppato il percorso che ha portato alla formulazione dei diritti civili, politici e sociali ed alla costituzione delle democrazie contemporanee. 
Dimensioni del concetto di comunità: 

DIMENSIONE LOCALISTICO TERRITORIALE indica che proprio il fatto di essere delimitato da uno specifico territorio costituisce il dato essenziale che distingue quel sistema sociale che definiamo comunità da altri tipi di sistemi sociali. Questo non significa che un sistema sociale organizzato abbisogni necessariamente di una specifica collocazione territoriale significa, piuttosto, che un sistema sociale scollegato ad un territorio preciso difficilmente può assumere le caratteristiche di una “comunità”. Tutto ciò testimonia dell’importanza della dimensione territoriale, nello stesso tempo, però, mostra anche come tale dimensione in sé non sia sicuramente sufficiente a definire una comunità. Con il termine di COMUNITA’ LOCALE si intende un sistema sociale organizzato anche a livello polititico-amministrativo, collocato dentro un sistema più ampio quale lo stato. L'ottica localistica è rinforzata dalle politiche di decentramento politico-amministrativo. 
DIMENSIONE della RELAZIONE INTERPERSONALE è intrinseca al concetto stesso di comunità intesa non meramente come fatto localistico e/o organizzativo, ma come convivenza che richiama al SENSO del RAPPORTO INTER-UMANO in sé. Tale dimensione nella società odierna acquista un particolare valore come elemento che è in grado di permettere la conservazione del tessuto sociale nonostante le lacerazioni che possono esservi portate dalle molte situazioni conflittuali – anche da quelle microconflittuali - che contraddistinguono il nostro tempo a livello ideologico ed anche a livello pratico. Un tessuto relazionale solido permette alla comunità di mantenere un certo grado di coesione e di normalità anche attraverso momenti di crisi politico-istituzionale. 
DIMENSIONE della PARTECIPAZIONE è quella che allarga il senso della relazione all’intera comunità in quanto conduce gli individui alla discussione, al dialogo come strumento che vale a costruire mondi possibili e condivisi. La condizione umana è quella di una CONTINUA TRANSAZIONE con le cose e con gli Altri. Si può contribuire a “fare” ed a “modificare” quando la partecipazione diventa ATTIVA si ha il potere di autodirigere la propria vita e, insieme con gli altri, la vita comune. In questo senso Lewin intendeva la partecipazione quando ne faceva l’elemento essenziale per la conservazione del gruppo e per il suo sviluppo. Ma non a tutti questo potere è dato in egual misura Il concetto di DISEMPOWERED che la psicologia di comunità ha fatto proprio, indica appunto la condizione di individui, gruppi, categorie che sono sprovvisti di tale potere, che “non hanno voce” la loro condizione psicologica è straordinariamente simile a quella che Lewin descriveva a proposito dei ragazzini coinvolti nel gruppo a direzione autocratica da aperti, amichevoli, cooperanti, pieni di vita, divenivano apatici e privi di iniziativa. La partecipazione, dunque, occasione di vita per l’individuo e per la comunità, diviene un obiettivo primario per la psicologia di comunità, impegnandola su un fronte che va dall’individuale al sociale e viceversa. 

Tratto da LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ di Ivan Ferrero
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