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Hume - I miracoli


Nei suoi scritti, il dott. Tillotson osserva che l’autorità della Scrittura è fondata solo sulla testimonianza degli apostoli, i quali furono testimoni oculari dei miracoli del Salvatore. Nessuno, tuttavia, può riporre nella loro testimonianza, una fiducia uguale a quella che ripone nei suoi sensi.

Per quanto l’esperienza sia la nostra unica guida nel ragionare intorno a questioni di fatto, occorre riconoscere che questa guida non è infallibile e in alcuni casi tende a trarci in errore. Un uomo saggio proporziona dunque la sua credenza all’evidenza. In certi casi considera la sua esperienza passata come una prova perfetta; in altri, procede con più cautela e quando alla fine ferma il suo giudizio, non oltrepassa la probabilità.

Ogni probabilità suppone un’opposizione di esperimenti. Quando da una parte stanno cento casi e dall’altro ne stanno cinquanta, si avrà una aspettativa dubbiosa di un avviamento; mentre con cento esperimenti uniformi contro uno si ha un grado di sicurezza più forte. Per applicare tali principi a un caso particolare, Hume discute della testimonianza degli uomini.

Noi siamo spesso esitanti circa i resoconti altrui. Pesiamo le circostanze opposte, e quando scopriamo una superiorità da una parte, incliniamo in quella direzione. Noi diamo credito agli storici poiché troviamo una conformità tra testimonianza e realtà. Ma quando il fatto attestato è di quelli che raramente cadono sotto la nostra osservazione, sorge un conflitto di due opposte esperienze.
Io non crederei questa storia nemmeno se me la dicesse Catone, si era soliti dire a Roma.

Supponiamo che degli spettatori parlano di un fatto miracoloso. Un miracolo è una violazione delle leggi della natura. Non è un miracolo che un uomo in buona salute muoia all’improvviso; è un miracolo che un uomo morto torni in vita. Secondo Hume, non c’è testimonianza sufficiente a stabilire un miracolo, a meno che la testimonianza sia tale che la sua falsità sarebbe miracolosa.

“Quando uno mi dice che ha visto un morto tornare in vita – osserva Hume – io considero quale delle due cose sia più probabile: che questa persona inganni, oppure che il fatto sia realmente accaduto. Io peso un miracolo contro l’altro e respingo sempre il miracolo più grande”.

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