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Le strutture della riforma del Concilio di Trento

Le strutture della riforma del Concilio di Trento


La chiesa tridentina ha ridato valore ad alcune istituzioni già esistenti, come sinodi o visite pastorali; ma ha pure costruito nuove strutture, sia per il suo governo centrale che per una migliore pastorale locale. Ma la nchiave del rinnovamento cattolico del Cinquecento è la relazione fondamentale fra riforma e dottrina, la struttura ecclesiale invisibile, eppure concreta, che è di natura sacramentale.

Le strutture centrali

L’organismo cui si concede il primo posto è la Congregazione dell’Inquisizione o Sant'Uffizio: fondata nel 1542 e a tutt'oggi esistente (l'attuale Congregazione per la Dottrina della Fede) rappresentò, secondo gli storici, una novità dato che durante il Medioevo il papa definiva semplicemente l'indirizzo politico generale e il quadro giuridico di riferimento, mentre adesso a Roma veniva creato un tribunale permanente direttamente presieduto dallo stesso pontefice. Il Sant'Uffizio consisteva di un collegio permanente di cardinali e altri prelati che dipendeva direttamente dal Papa. Il suo compito esplicito era mantenere e difendere l'integrità della fede, esaminare e proscrivere gli errori e le false dottrine. A questo scopo fu anche creato l'Indice dei libri proibiti. Il raggio d'azione degli inquisitori romani era tutta la Chiesa cattolica. In breve tempo questo tribunale divenne il più importante all'interno della cattolicità, infatti ad esso potevano appellarsi i condannati da altri tribunali. Inoltre divenne quasi una sorta di supervisore del lavoro dei tribunali locali. In specifici casi il Sant'Uffizio si serviva della consulenza di professionisti esterni (teologi soprattutto ed esperti di diritto canonico, ma anche scienziati come nel caso di Galilei). Non tutti i processi per eresia, ateismo e altre devianze dalla fede cattolica erano gestiti dall'Inquisizione.

Le strutture locali

Fu dato grande impulso alle diocesi imponendo ai vescovi la presenza nelle loro sedi, la celebrazione dei sinodi e le visite pastorali e prevedendo in ogni diocesi l'istituzione di un seminario.

Tratto da LA RIFORMA PROTESTANTE di Alessia Muliere
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