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I modelli della neuroeconomia


Le teorie economiche tradizionali teorizzano modelli in cui il comportamento umano non è altro che il risultato di un calcolo razionale tra costi e benefici al fine di dare luogo ad una scelta che massimizzi l'utilità attesa -> homo oeconomicus.
Attualmente si è compreso i limiti di questi modelli e si è passati a considerare anche la componente psicologica umana in modo tale da non ignorare anche quei comportamenti non perfettamente razionali considerati precedentemente come anomalie, da cui i concetti di razionalità limitata e
interferenza emotiva.
Si è in pratica dovuto riconsiderare il ruolo delle emozioni, dei processi impliciti e inconsci: questa integrazione tra concetti economici e psicologici ha dato luce all'economia comportamentale nella quale sono stati sviluppati numerosi modelli di decision-making.
Sono state sviluppate metodologie scientifiche integrative cioè quelle di neuroimaging: da questa associazione nasce appunto la neuroeconomia che sostituisce all'homo oeconomicus, il cosiddetto homo neurobiologicus.
La neuroeconomia è quindi nata da incontro tra modelli economici e studio neurobiologico (delle neuroscienze) che determina l’emergere di sentimenti, pensieri, azioni, compresi i comportamenti economici.

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