Skip to content

La scienza magica del Rinascimento


Il Rinascimento vedeva il sorgere di una nuova scienza, una scienza magica, che iniziava ad attribuirsi compiti peculiari di investigazione sulla natura intesa come oggetto nel quale Dio ripose e velò i segreti della creazione. Il mago rinascimentale, cioè lo scienziato diventava così colui che era in grado di riconoscere i più reconditi intrecci che legavano l’uno al tutto, il microcosmo al macrocosmo, il cielo alla terra, di svelare i disegni divini, di replicare a proprio vantaggio le combinazioni degli elementi. La magia è la parte pratica della scienza naturale, sosteneva Pico della Mirandola, postulando così la stretta interdipendenza tra attività magica e scienza naturale che tratta una linea di demarcazione con le concezioni magiche medievali che relegavano l’uomo a posizioni di subordinazione ai disegni e volontà divine. E poi diceva “fare una magia non è altro che coniugare il mondo”, cioè ristabilire, riarmonizzare una dimensione che eleva l’umano al divino, l’unione tra cielo e terra, trasformando la materia e operando sulla dimensione astrale.

Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.