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Il capolavoro di Parini: "Il Giorno"

Il capolavoro di Parini è Il Giorno, incompiuto poema in endecasillabi. Oggetto del poema è la vita di un giovane nobile nei quattro momenti della giornata, le quattro parti dell'opera. Il racconto è svolto dal punto di vista di un precettore che intende guidare il giovin signore.

Mentre finge di aderire a quel mondo e di celebrarne i meriti, il Precettore incarna una prospettiva critica e dissacratoria, manifestata con il taglio ironico. La meschinità e la corruzione della nobiltà sono così oggetto di una caricatura feroce e di una denuncia, seguendo gli illuministi europei.

In una prima fase (gli anni sessanta) il poeta pensò a tre poemetti, intitolati il Mattino, Il Mezzogiorno e La Sera. In una seconda fase, dagli anni settanta fino alla morte, Parini lavorò invece al progetto di un poema organico, da intitolarsi Il Giorno. Il secondo progetto prevedeva un unico poema suddiviso in quattro parti: Il Mattino, Il Meriggio, Il Vespro, La Notte.

E' evidente che gli otto trascorsi da Parini presso casa Serbelloni sono un'esperienza decisiva per l'ideazione del Giorno. La ricchezza e il lusso dei nobili dovevano produrre un effetto forte sul giovane prete, abituato a combattere con la povertà: lo dimostra Dialogo sopra la nobiltà, 1757. Nè sfugge a Parini la contraddizione latente nella condivisione, da parte del ceto nobiliare, delle idee illuministiche, le quali corrono il rischio di ridursi a pose snobistiche e a mode mondane.

Pubblicati nel 1763 e nel 1765 entrambi anonimi, i poemetti Il Mattino e Il Mezzogiorno rappresentano in modo organico le prime due parti del progetto. Il Mattino è preceduto da una dedica in prosa alla Moda (poi soppressa), la dea che ha sconfitto la Ragione, il Buonsenso e l'Ordine. Emerge qui l'ironia del poeta, che finge di abbracciare un modo di pensare in cui non si rispecchia

Arrivato il momento del risveglio, il Giovin Signore deve affrontare gravi preoccupazioni, legate all'esigenza di muoversi in modo studiato ed elegante: per esempio sbadigliare e stropicciarsi gli occhi aristocraticamente, trasformando in una posa artistica la bassezza dei bisogni fisiologici. Nel Mezzogiorno, il punto di vista del precettore si trasforma: questi cessa di essere il suggeritore per diventare l'umil Cantore. Dal privato della società nobiliare, si passa infatti al pubblico.

Tratto da LA SCRITTURA E L'INTERPRETAZIONE I di Domenico Valenza
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Dettagli appunto:

  • Autore: Domenico Valenza
  • Università: Università degli Studi di Catania
  • Facoltà: Lettere e Filosofia
  • Corso: Lettere
  • Esame: Letteratura italiana
  • Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea, Volumi 1-5
  • Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
  • Editore: Palumbo, Palermo
  • Anno pubblicazione: 1998

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