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Le Ultime lettere di Jacopo Ortis

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis è un romanzo epistolare che lo impegna per vent'anni. Esso è costituito dalle lettere di Jacopo all'amico Lorenzo Alderani (1797-1799). La vicenda inizia con il Trattato di Campoformio; deluso da Napoleone, Ortis si ritira sui Colli Euganei. Qui si innamora di Teresa e ne è riamato, ma lei prende in marito il ricco Edoardo. Dopo aver viaggiato in Italia, rientra e sa delle nozze di Teresa. La incontra strappandole un bacio, quindi si pugnala al cuore.

La struttura e molti temi del romanzo rimandano ai grandi modelli europei di romanzo epistolare, dalla Nouvelle Heloise di Rousseau al Werther di Goethe. L'originalità si fonda anzitutto sul taglio autobiografico dell'Ortis, nel quale Foscolo proietta il proprio carattere e le proprie esperienze.

L'Ortis segna la fine della cultura illuministica. Manca ogni fiducia nei valori civili; la società è considerata alla luce del realismo di Machiavelli e dell'assolutismo (come Hobbes) senza speranze di redenzione. E d'altra parte, una lettura preromantica dell'Ortis è negata dal rifiuto della Provvi-denza e del progresso che del Romanticismo italiano sono la ineliminabile premessa ideologica.

Le illusioni presenti sono due: l'amore e la poesia. L'amore è Teresa, alla poesia spetta il compito di unificare i contrasti interiori del soggetto, di purificarne le passioni. Ma il tentativo è fallito.
4. I sonetti: Alla sera

Nella forma del sonetto Foscolo dà il meglio della propria ispirazione giovanile. Il sonetto implica infatti un massimo di concentrazione espressiva, e favorisce un poeta per sua natura frammentario e dispersivo come Foscolo. La qualità dei dodici sonetti è sempre elevata, benchè siano da riconoscere ai quattro aggiunti nel 1803 una maturità espressiva e un'originalità maggiori.

Alla sera, composta tra il 1802 e il 1803, accosta i due motivi della personalità foscoliana: l'aspira-zione alla pace e lo spirito guerriero. La sera, immagine della morte e del nulla, trasmette al poeta un senso di distanza dal presente, negativamente connotato, e placa le sue tempeste interiori.

L'equilibrio formale del sonetto è sostenuto anzitutto dalla contrapposizione delle quartine e delle terzine. Le quartine hanno un andamento ampio e disteso, grazie anche al parallelismo delle due frasi coordinate (e quando...e quando...). Le terzine sono invece più concitate, affidate al polisindeto e ai verbi di movimento (vagar, vanno, fugge, si strugge).

La riflessione sulla sera veicola la riflessione sulla morte. Questa non si accompagna però in Foscolo ad un sentimento religioso. E' definita infatti Fatal quiete, ancor più netta nulla eterno.La vita non è limitata dall'assenza di un oltre, ma dalla sua caducità senza rimedio.

Tratto da LA SCRITTURA E L'INTERPRETAZIONE I di Domenico Valenza
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Dettagli appunto:

  • Autore: Domenico Valenza
  • Università: Università degli Studi di Catania
  • Facoltà: Lettere e Filosofia
  • Corso: Lettere
  • Esame: Letteratura italiana
  • Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea, Volumi 1-5
  • Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
  • Editore: Palumbo, Palermo
  • Anno pubblicazione: 1998

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