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Il capolavoro di Ginzburg "Lessico famigliare"

Il capolavoro della Ginzburg è Lessico famigliare del 1963. In esso si realizza una svolta: la Ginzburg sceglie la strada dell'autobiografismo, e aggiunge una buona dose di affettuosa ironia e di distaccato umorismo a una materia sino ad allora trattata in modo elegiaco-intimistico.

Il romanzo Lessico famigliare deve il titolo al gergo usato nella famiglia dell'autrice, dominata da un padre simpaticamente dispotico e autoritario e formata dalla madre Lidia e da cinque figli (Natalia era l'ultima nata). L'ottica narrativa coincide con lo sguardo della bambina, che vede sfilare nella casa ospiti illustri, come Filippo Turati, senza peraltro degnarli di un'attenzione privilegiata.

Scritto a Roma fra l'ottobre e il novembre del 1962, Lessico famigliare è per la Ginzburg un romanzo di pura memoria e di "assoluta libertà". L'Avvertenza, contenuta nella prima edizione dell'opera, mette l'accento su quattro elementi: la sostanza reale del contenuto; l'appartenenza del libro al genere romanzesco; l'autobiografia in senso stretto; l'antichità del progetto. Come in Le voci della sera, c'è il richiamo all'ebraismo, nella figura del padre.

Dopo Lessico famigliare, la sua scrittura perde questa carica ironica: sempre più, infatti, il tema familiare si associa alla solitudine e alla fragilità (come Caro Michele e Famiglia, usciti nel 1977).
Del 1980 è la raccolta di saggi Non possiamo saperlo. In Il sole e la luna, la Ginzburg racconta l'ultima volta in cui vede Calvino vivo. A differenza dell'aspetto fisico, il Calvino scrittore è mutato negli anni: l'ironia è rimasta, ma impercettibile e non più felice di esistere, disabitata come la luna.

Calvino, scrivendo delle Voci della sera, e Montale, recensendo Lessico famigliare, hanno messo l'accento su un fatto fondamentale: la poesia. Per Calvino, "questa voce che dice "io" ha sempre di fronte personaggi che stima superiori a lei, situazioni che sembrano troppo complesse, e i suoi mezzi linguistici sono sempre un po' al di sotto delle esigenze. Ed è da questa sproporzione che nasce la tensione poetica. La poesia è sempre stata questo: far passare il mare in un imbuto".

Tratto da LA SCRITTURA E L'INTERPRETAZIONE II di Domenico Valenza
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Dettagli appunto:

  • Autore: Domenico Valenza
  • Università: Università degli Studi di Catania
  • Facoltà: Lettere e Filosofia
  • Corso: Lettere
  • Esame: Letteratura italiana
  • Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea, Volume 6
  • Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
  • Editore: Palumbo, Palermo
  • Anno pubblicazione: 1998

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