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Il giorno della civetta

Ne Il giorno della civetta, il capitano Bellodi, partigiano e settentrionale, conduce in Sicilia una inchiesta su un delitto di mafia, di cui è stato vittima il presidente di una cooperativa. Tramite un confidente, Bellodi risale ad Arena, capomafia locale, e lo incrimina. Ma appena il capitano ha una  licenza scattano le connivenze politiche: gli imputati vengono forniti di alibi perfetti e scarcerati. Bellodi potrebbe lasciare l'inchiesta, ma torna in Sicilia e prosegue ("Mi ci romperò la testa").

Nel romanzo si fronteggiano due personaggi ideologici: il capitano, portatore di valori riformatori e democratici, e il capomafia che espone invece una visione radicata nella realtà siciliana: contano  due cose, la bocca per mangiare e la forza individuale. In Il capitano Bellodi e il capomafia, il capitano interroga Mariano Arena. Il capomafia riconosce che il capitano è un uomo, e viceversa.

Questo mutuo riconoscimento ha suscitato numerose polemiche, rinfocolate quando Sciascia, negli anni Ottanta, ha criticato l'antimafia di stato, cioè l'utilizzo della lotta alla mafia per ragioni di affermazione personale. Non c'è dubbio che Sciascia condanni la mafia, ma egli pare disposto a riconoscere più valore umano al capomafia che a certi ministri democristiani degli anni Cinquanta.

Tratto da LA SCRITTURA E L'INTERPRETAZIONE II di Domenico Valenza
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Dettagli appunto:

  • Autore: Domenico Valenza
  • Università: Università degli Studi di Catania
  • Facoltà: Lettere e Filosofia
  • Corso: Lettere
  • Esame: Letteratura italiana
  • Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea, Volume 6
  • Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
  • Editore: Palumbo, Palermo
  • Anno pubblicazione: 1998

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