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Emile Durkheim 1858 - 1917 (francese)


Caratteristiche fondamentali della sua teoria sociologica:

1) società: entità sui generis. 

2) teoria sociologica: organicistica (positivista ed evoluzionista) riprende Auguste Comte. Per DURKHEIM:  la società e l’individuo sono entrambi caratterizzati dalla doppia dimensione culturale- istituzionale quali prodotti sociali. Uno dei problemi sociali del nostro tempo è l’ordine e l’integrazione dell’ individuo nella società cosa che avviene mediante l’adattamento dell’individuo  ai valori e alle norme sociali. Questa assimilazione di valori da parte degli attori sociali permette l’ordine e la produzione e riproduzione del consenso collettivo. Egli dunque è un funzionalista perché vede la società come un sistema che deve mantenere il suo equilibrio per sopravvivere e questo richiede attività adeguate (funzioni)  concetto di funzione sociale. L’individuo è sempre caratterizzato da una coscienza collettiva e una coscienza individuale ma in proporzioni che variano a seconda del tipo di società in cui il soggetto vive. 

3) Coscienza collettiva:  nasce dall’opinione comune e dal desiderio di associazione;

4) Coscienza individuale:  riflette in minima parte il senso comune; l’ individuo ha una propria coscienza quindi esattamente come ce l’ha la società; la coscienza collettiva più specificatamente è l’ insieme di credenze, sentimenti e valori comuni a tutti gli I presenti nella società. E’ proprio per questo motivo che ognuno di noi è al tempo stesso individuo ma anche collettività (homo duplex).

5) La divisione del lavoro:
• solidarietà di tipo MECCANICO caratterizzata dalla giustapposizione di segmenti sociali equivalenti (ordini, clan), e l’accettazione da parte dei singoli dei presupposti della coesione collettiva tramite funzioni repressive. In questo stadio gli individui vengono colti per somiglianza e la personalità individuale. Il vincolo di solidarietà sociale è molto forte legami e reti sociali a maglia stretta. 
• Solidarietà di tipo ORGANICO che si manifesta attraverso la differenziazione di funzioni specializzate (altrimenti detta divisione del lavoro) che implica la cooperazione cosciente e libera degli agenti sociali, quindi lo sviluppo della contrattualizzazione delle relazioni sociali e la nascita dello Stato moderno democratico, centralizzato, gestionale, e la conseguente concezione dell’individuo come persona; sistema sociale caratterizzato da scarsa solidarietà, reti sociali molto larghe, individualismo. La cooperazione è solo strumentale. La divisione del lavoro in sé  non sarebbe il presupposto dell’erosione morale della società moderna in quanto riconosce un fattore sociale importante quello della differenziazione che permetterebbe a ognuno di fare la sua parte, di contribuire alla sopravvivenza del sistema sociale; ciò che veramente crea erosione morale è la mancanza di norme. 

6) Teoria del mutamento sociale: c’è vita collettiva in libertà in perpetuo stato di mobilità e non riesce a darsi una forma oggettiva: nelle società  moderne c’è una riduzione della presa di coscienza collettiva su quelle individuali; questo porta ad un deficit morale che è causa di devianza. Effettivamente la società per Durkheim è un sistema, un insieme da intendersi non come il risultato della somma di individui o di gruppi ma come un luogo in cui le norme sono funzione dell’interdipendenza delle sue componenti (olismo); ogni società è un insieme di fatti morali, una combinazione sui generis di istituzioni. La società moderna e occidentale durkhemiana  è anomica (a/nomos : priva di norme sociali). Si tratta di un deficit morale, un difetto delle società moderne (es. secolarizzazione) perché l’appartenenza di un gruppo a dei valori religiosi e morali ha sempre importanza. L’anomia in quanto espressione della modernità sarebbe dovuta alla rapidità con cui i vecchi valori perdono la propria funzione senza essere ancora sostituiti da nuovi: questa situazione crea un vuoto normativo che lascia gli individui disorientati. L’indebolimento dei legami sociali e della solidarietà ha portato nella modernità ad un alto tasso di suicidi poiché l’individuo separato dalla comunità (scomparsa dei legami comunitari) esperisce tutta l’ebbrezza individuale della scoperta del pensiero ma al contempo la perdita del quadro di riferimento normativo (anomia) e il conforto della comunità, rende oltremodo rischiosa la sua posizione. Durkheim individua nei legami sociali la categoria principale di spiegazione del suicidio:
- suicidio egoistico: tipico delle società a solidarietà organica. Mi uccido per motivi miei, personali (mi ha lasciato il ragazzo) 
- suicidio altruistico:  tipico delle società a solidarietà meccanica, in cui l’individuo si sacrifica per rinsaldare il gruppo di appartenenza (oggi noi potremmo esplicitamente ascrivere in questa categoria il suicidio dei kamikaze).Un'altra spiegazione è rintracciabile sempre secondo l’autore nella regolazione sociale cioè dal sistema normativo e morale: 
- il suicidio anomico: fortemente connesso alle crisi, quando si crea cioè disordine nella società (anomia) e si finisce per non riconoscersi più nei valori sociali di quella stessa società;  a tal proposito Durkheim argomenterà che il numero di suicidi aumenta sia in periodi di recessione economica sia di impetuoso sviluppo. 
- il suicidio fatalista sempre ascrivibile alla seconda categoria di spiegazioni quando all’inverso dell’anomia la società ha troppe norme che costringono l’individuo intrappolandolo in regole sociali. 
In questo quadro per  Durkheim l’unico modo che la società ha per evitare la devianza è colmare il deficit morale attraverso la costante ricerca di equilibrio o meglio dell’ordine sociale. L’ordine sociale potrà essere ristabilito attraverso un sistema di controllo in cui le pene rivestono un importanza centrale. Questo sistema funge da espressione di riaffermazione della morale collettiva, delle forze della coscienza collettiva su quella individuale, il peso cioè della collettività la quale si sente offesa dal comportamento individuale.
Studio della dimensione religiosa.

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