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Sociologia e Teoria dei Sistemi


TGS -> Teoria Generale dei Sistemi. Sistema: insieme di elementi il cui tutto è qualcosa di più della somma delle singole parti. Un sistema quindi non è mera sommatoria delle porzioni che la compongono perché le diverse componenti in equilibrio tra loro possono dar vita a sistemi diversi a seconda di quante e quali variabili entrano in gioco. Pertanto distinguiamo:

* sistemi semplici: caratterizzati da relativa stabilità delle strutture e delle relazioni tra variabili che compongono il sistema. Questo tipo di sistemi è generalmente CHIUSO, AUTOPOIETICO E AUTOREFERENZIALE, tendente al mantenimento dell’ordine e alla standardizzazione dei processi di produzione. 
- CHIUSO: fa riferimento ad una chiusura del sistema verso l’esterno. Il sistema chiuso non ricerca né esperisce aperture e scambi con l’ambiente o con altri sistemi circostanti in quanto caratterizzato da :
- AUTOPOIESI -> capacità del sistema di costruire e ricostruire gli elementi di cui è composto; 
- AUTOREFERENZIALITA’ -> capacità del sistema di riferirsi a sé stesso  (bastare a sé stessi). E’ tipico dei sistemi chiusi come gli apparati burocratici descritti da Weber. Secondo Weber infatti la burocrazia routinizzando i processi amministrativi (caratterizzati da precisione, efficienza, rapidità, chiarezza, regolarità, affidabilità) allo stesso modo in cui la macchina routinizza la produzione è autorefenziale. Catena di comando, controllo, divisione del lavoro, centralizzazione della responsabilità, disciplina e subordinazione rappresentano gli elementi base del sistema meccanicistico chiuso in cui il cambiamento è visto come pericolo per l’ordine e la stabilità del sistema stesso; per questo motivo il sistema deve bastare a sé stesso anche se la mancanza di scambio produce comunque una perdita  e perciò esso andrà sempre più verso la distruzione. La standardizzazione infatti produce immobilità e l’immobilità a sua volta produce entropia. 
 
Esempi di sistemi semplici possono essere appunto le macchine o la burocrazia e più in generale tutte quelle concezioni di tipo organicistico o meccanicistico (es: la patologia in questo quadro è intesa come disfunzionalità di uno o più organi. Per ristabilire condizioni di salute si opera esclusivamente sulla parte danneggiata rimuovendola o aggiustandola come se si fosse meccanici che riparano la macchina accomodando o sostituendo pezzi del veicolo.). Altri tipi di sistemi:

* sistemi aperti: caratterizzati dall’intrecciarsi di molte variabili il che li rende complessi. La complessità però è data soprattutto dall’istanza di scambiare informazioni (comunicazione) e risorse tra gli elementi in gioco sia all’interno del sistema stesso che verso l’ambiente e verso altri sistemi. I sistemi aperti e complessi sono quindi caratterizzati da:
- relativa instabilità delle strutture e delle relazioni tra le variabili in gioco; 
- tendenza al disordine e alla variabilità che produce movimento e quindi energia;  
- scambio di risorse (resource excange) -> un sistema aperto si caratterizza proprio per lo scambio di risorse o di informazioni tra interno/esterno/tra sistemi. Tale scambio risulta fondamentale per la sopravvivenza stessa del sistema perché assume il cambiamento come criterio base per l’evoluzione. L’incertezza quindi non è vista come un fattore negativo o distruttivo ma come elemento di crescita, di miglioramento. Proprio grazie allo scambio i sistemi aperti da un lato riconoscono la propria complessità interna, cosa che gli permette di risolvere imperativi o problemi concreti e quindi gli consente di evolversi, dall’altra riconoscono anche la complessità esterna e la accettano come tale. 
- equi finalità e equi funzionalità: nei sistemi aperti non è possibile prevedere gli esiti di una causa: (Effetto butterfly -> effetto per cui il minimo battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo; si basa sull’ idea che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. Baily K. D., Metodi della ricerca sociale, Il Mulino, Bologna 2002) stesse condizioni possono darmi lo stesso risultato o risultati diversi e situazioni diverse possono darmi risultati uguali o diversi. 

Esempi concreti di sistemi complessi sono l’organismo biologico umano e dal punto di vista antropologico e culturale le società post-moderne: l’uomo E’ comunicazione, scambio sia tra sé stesso auto poiesi) sia tra gli altri sistemi (dai micro sistemi relazionali – famiglia, amici, coetanei - ai macro sistemi istituzionali – rapporti sociali con le istituzioni come la scuola, i servizi, la politica, la religione etc.); i processi di globalizzazione poi sono anch’essi esempi di sistemi complessi e aperti in quanto  hanno reso evidente i fenomeni migratori e i flussi di informazione sempre più distribuiti capillarmente tra i vari strati delle società evidenziando altresì la necessità umana di comunicazione e scambio tra culture. Sistemi complessi dunque la cui organizzazione  è resa difficoltosa a causa dall’instabilità e dell’incertezza che li caratterizza, ma se da un lato instabilità ed incertezza da un lato limitano la relativa comprensione dei fenomeni dall’altra producono cambiamento, evoluzione. Altri elementi che definiscono un sistema in quanto tale sono:

- Confine: tutti i sistemi sono caratterizzati dal concetto di confine, di limite che permette di stabilire ciò che è dentro da ciò che fuori, il noi dal loro ecc. Anche un gruppo presenta un confine ma per definirlo sistema occorre che sia qualcosa di più della somma delle singole parti. 
- omeostasi e feedback: tutti i sistemi si basano sull’equilibrio tra le parti in gioco. In alcuni casi come nell’esempio del sistema organismo biologico umano la ricerca dell’equilibrio e il mantenimento dell’ordine interno è fondamentale in altri è più importante la comunicazione, lo scambio quindi risulta altrettanto importante ricevere delle risposte (feedback). 

L’ Organizzazione Mondiale della Sanità attualmente considera la salute non come mera assenza di malattia ma come equilibrio tra condizioni di benessere biologiche, psichiche e sociali pertanto l’individuo è sia un sistema auto poietico e tendente all’omeostasi ma al contempo è anche un sistema aperto che ha bisogno di scambio e comunicazione. L’equilibrio poi è sempre soggetto a variazioni, cambiamenti tipici dell’evoluzione individuale e sociale pertanto la salute e il benessere dipendono dall’intrecciarsi di variabili e condizioni umana che non possono darsi una volta per tutte per cui la persona nel suo insieme va considerata da un punto di vista complesso, integrale ed integrato tra le varie parti in causa, basato quindi su concetti olistici (dal gr. olos cioè totalità) assolutamente non riconducibili a concezioni meccanicistiche. Da un punto di vista sociale poi un altro tipo di sistema complesso è sicuramente la famiglia ove le variabili che entrano in gioco sono molteplici e racchiudono un fitto insieme di relazioni: il sistema Ego entra in relazione in altri sistemi ego della famiglia creando alleanze e giochi relazionali tra le parti; pertanto per poter analizzare la famiglia come sistema relazionale occorre utilizzare un prospettiva ecologica (ecologia : scienza che studia la natura. Da un punto di vista sociologico per ecologia si intende lo studio dell’ambiente culturale e sociale in cui l’individuo è inserito) che renda giustizia all’intrecciarsi delle diverse variabili relazionali nonché della comunicazione tra i vari sistemi e sottosistemi familiari. (Per un apprendimento in merito Folgheraiter F., Teoria e metodologia del servizio sociale. La prospettiva di rete. Franco Angeli, Milano, 1998).

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