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Profilo neuropsicologico del bambino epilettico


Nella primissima infanzia, gli attacchi epilettici comportano rischi più gravi perchè possono danneggiare il funzionamento cerebrale. La prevenzione delle convulsioni febbrili è un mezzo importante per limitare o diminuire il rischio di danno neurologico. I bambini con epilessia presentano una più alta incidenza di difficoltà intellettuali, scolastiche e comportamentali, sia rispetto ai bambini senza epilessia che rispetto ad altri bambini con condizioni croniche. I disturbi neuropsicologici più rilevanti sono:
– ritardo dello sviluppo linguistico
– disturbi del comportamento e affettivi: irritabilità, aggressività, violenza, tendenza alla rinuncia, bassa autostima, difficoltà di socializzazione, eccessiva dipendenza, ansia e depressione
– disturbi di memoria: memoria a breve termine e span di memoria
– disturbi di attenzione
– possibilità di un deterioramento intellettuale globale
– abilità di analisi e del problem solving
– misure di ascolto percettivo
– concentrazione
– apprendimento: possibili deficit di matematica, lettura, scrittura, spelling e calcolo
Diversi fattori sono responsabili di questi esiti; variabili relative alle crisi, come l'età di insorgenza, il tipo di epilessia, la durata e la gravità delle crisi, il trattamento farmacologico influenza negativamente il funzionamento intellettivo, comportamentale e le acquisizioni scolastiche.
Gli studi condotti sui pz con epilessia idiopatica hanno evidenziato un QI nella norma, stabile nel tempo e con punteggi simili a quelli dei gruppi di controllo con valori medio-bassi ma sempre all'interno della normalità. Nella forma sintomatica si verifica, invece, spesso un danno più o meno grave.
(Lenti 1994) = i punteggi dei bambini con epilessia alla WISC-R sono significativamente inferiori rispetto ai soggetti di controllo, sia nell'area verbale si a di performance. La prestazione peggiore è stata riscontrata nel subtest cifrario a conferma dei problemi di memoria presenti negli epilettici.
Anche le prestazioni in prove di abilità spaziali, visuo-spaziali e di categorizzazioni sono significativamente inferiori rispetto al gruppo di controllo. Non sono state riscontrate differenze in relazione al quadro sindromico dell'epilessia.
Da una serie di studi è emerso che i soggetti con esordio precoce delle crisi hanno una performance peggiore dei compiti neuropsicologici e negli apprendimenti scolastici.
Difficoltà attentive = soprattutto di attenzione verbale e visiva, dei tempi di reazione, nella velocità motoria. L'azione dell'attività epilettica produce un decremento dell'attivazione degli stimoli ambientali.
Disturbi di apprendimento = che si manifestano in concomitanza con l'epilessia possono essere raggruppati in 2 categorie:
I-stato-dipendente: è potenzialmente trattabile e reversibile ma se perdura per un lungo periodo di tempo può divenire un disturbo permanente. Può essere indotto dall'epilessia stessa e dai farmaci.
Tra gli effetti diretti si riscontra: sedazione, deficit attentivi, diplopia e irritabilità, basso livello di autopercezione e aspettative, disordini dell'umore o psicosi, riduzione della capacità di apprendimento. Non hanno effetti sulla cognizione stessa ma influenzano la performance in compiti cognitivi; solo un trattamento precoce del disturbo stato-dipendente può prevenire danni cognitivi permanenti.
II-stato-permanente: è irreversibile ed è dovuto ad un danno cerebrale o ad una disfunzione cerebrale stabile.
Non si può escludere la possibilità della presenza simultanea di entrambi gli stati.

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