Skip to content

Goffman - Realtà e artificio


Si può distinguere tra una rappresentazione vera (sincera) e una rappresentazione falsa (messa in scena). Molti individui credono sinceramente che la definizione della situazione che proiettano sia la vera realtà; d’altra parte, pur essendo in genere le persone quello che appaiono, niente vieta che tali sembianze siano artificiali. Si tratta di due estremi che rimandano alla dicotomia tra apparenza e realtà, per la quale bisogna anche tener conto che una incapacità di disfarsi della propria visione della realtà può anche compromettere la rappresentazione.
In realtà, il comune rapporto sociale è di per sé organizzato come una scena teatrale, anche con rapporti abilmente gonfiati. È possibile “imparare” a recitare la propria parte nella vita reale, ma anche anticipare quella degli altri, creando quella che Merton chiamava una socializzazione anticipata. L’attore non sa in anticipo tutti i dettagli della rappresentazione, tanto meno quando si trova a interpretare un nuovo ruolo, ma si dà per scontato che l’individuo impari le parti espressive sufficienti per cavarsela in qualunque parte gli venga assegnata. Chiaramente, poi, ogni gruppo sociale esprime i suoi propri attributi in maniera diversa, attraverso degli standard di condotta e apparenza che lo contraddistinguono da tutti gli altri gruppi sociali (e lo rendono immediatamente riconoscibile).

Tratto da LA VITA QUOTIDIANA COME RAPPRESENTAZIONE di Luca Porcella
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.