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Il modello consensuale


Un’interpretazione in senso maggioritario della definizione di democrazia è governo della maggioranza del popolo cioè le maggioranze dovrebbero sempre poter governare e le minoranze rimanere all’opposizione. A questa interpretazione si contrappone il modello della democrazia consensuale. Lewis dice che escludere i gruppi perdenti dalla partecipazione al processo decisionale è una violazione al significato originale di democrazia. I maggioritaristi possono rispondere che l’incompatibilità può scomparire a due condizioni: l’esclusione della minoranza si attenua se le minoranze e le maggioranze si alternano al governo (Barbados); poi l’esclusione di un partito dal governo può essere non democratica ma se gli interessi e le preferenze degli elettori di questa formazione politica trovano un grado ragionevole di corrispondenza anche nelle scelte politiche dell’altro partito il sistema si avvicina alla democrazia (U.K.)
In società meno omogenee non ricorre nessuna delle due condizioni. Le politiche perseguite dai partiti più grandi tendono a divergere in misura maggiore e la fedeltà degli elettori  ai rispettivi partiti è più rigida, riducendo così le possibilità di alternanza nell’esercizio del potere di governo. Specialmente nelle società plurali, divise al loro interno da fratture di carattere culturale, religioso, etnico o razziale che determinano sottogruppi separati, manca la flessibilità necessaria per la democrazia maggioritaria. In queste situazioni il governo si rivela non democratico e pericoloso perché le minoranze alle quali si nega l’accesso al potere si sentiranno escluse e discriminate e perderanno la loro fedeltà al regime. In molte società profondamente divise la regola maggioritaria porta alla dittatura della maggioranza e alla guerra civile e non alla democrazia. Ciò di cui ha bisogno questo tipo di società è un regime democratico che ponga l’accento sul consenso più che sull’opposizione, che includa più che escludere e che tenti di allargare al massimo le dimensioni della maggioranza anziché accontentarsi di una maggioranza risicata. A queste esigenze risponde il modello della democrazia consensuale (Irlanda del Nord).

Tratto da LE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE di Filippo Amelotti
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