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Partiti con elevato frazionalismo


Propongo una soluzione simile a quella appena presentata per i partiti che presentano un elevato livello di frazionalismo. È sbagliato parlare di partiti come attori unitari. Le varie fazioni interne al partito si comportano come vero entità separate.
I governi di coalizione hanno una particolare propensione all’instabilità rispetto a  quelli monopartitici. Se le fazioni tendono ad assumere i comportamenti di partiti separati, allora anche i governo composti da partiti frazionalizzati dovrebbero risultare meno stabili e più deboli di quelli formati da partiti coesi.
Il problema che si presenta nel cercare una soluzione di compromesso per contare i partiti con elevato frazionalismo è il fatto che i due numeri tra i quali mediare non sono così ovviamente individuabili. Da un lato abbiamo un’alternativa certa cioè considerare tali formazioni come un solo partito. Ma quale numero di fazioni-partito dovremo contare scegliendo l’altra soluzione. La mia proposta è considerare ogni partito frazionalizzato come due partiti di uguale dimensione. Il compromesso sarà costituito da una media tra un effettivo numero di partiti calcolato sull’assunto che i partiti altamente frazionalizzati costituiscano una entità unitaria e un secondo indice che invece li considera come due formazioni di uguali dimensioni. Il risultato è che i partiti frazionalizzati vengano contati come un partito e mezzo.

Tratto da LE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE di Filippo Amelotti
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