Skip to content

Un declino del corporativismo


Sin dagli anni 70 il tema del corporativismo e il contrasto osservabile tra questo sistema ed il pluralismo è stato il principale oggetto nell’analisi scientifica sui gruppi d’interesse. Il suo rendimento macroeconomico misurato in termini di sviluppo, minore disoccupazione e più bassi tassi s’inflazione è stato considerato superiore a quello prodotto dai sistemi di rappresentanza pluralistica degli interessi. Più recentemente alcuni studioso hanno dissentito da questa interpretazione e oggi ci si riferisce sempre più spesso ad un corporativismo in declino.
Ciò che si intende con declino del corporativismo è il fatto che l’efficacia delle strutture corporative e la frequenza del loro uso si sono progressivamente attenuate, il che è diverso da affermare che tali strutture siano scomparse o abbiano subito un totale smantellamento. In secondo luogo il fatto che ci si riferisca ad un declino del corporativismo in alcuni paesi implica che siamo di fronte ad una questione di maggiore o minore grado del fenomeno. In terzo luogo nell’ampio studio quantitativo relativo ai mutamenti nel livello del corporativismo tra gli anni 60 e 80 non vi è traccia del declino del fenomeno.
In quarto luogo Wiarda ritiene che più che declinare stia crescendo in nuove aree. Non è il corporativismo che è in via di estinzione ma una particolare arena che è in una fase di ristrutturazione e che sta prendendo nuove direzioni. Egli considera che sebbene la fase industriale delle relazioni tripartitiche corporative è giunta ad un momento di calo, nuove tematiche postindustriali sono uscite allo scoperto e costituiscono l’oggetto di frequenti negoziazioni tra i gruppi d’interesse e il governo nelle modalità del corporativismo.

Tratto da LE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE di Filippo Amelotti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.