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"La lunga vita di Marianna Ucria" di Dacia Maraini. Romanzo storico, introspettivo, antropologico


E’ un romanzo introspettivo, storico, antropologico
Tre aspetti: è il romanzo di una vita interiore, silenziosa, il dato del mutismo e sordità diventa materia narrativa, diventa connotazione del romanzo; noi vediamo la crescita di Marianna, la consapevolezza che acquisisce di sé e degli altri, la capacità di guardarsi e guardare agli altri con lucidità e alla fine con benevolenza, con capacità di distacco e anche di perdono. Il dato più drammatico della sua esistenza, lo stupro che aveva subito bambina ad opera dello zio-marito  viene fuori a pag. 210, quasi alla fine del romanzo.

E’ nello stesso tempo un romanzo storico in cui la nobiltà siciliana del settecento viene inquadrata in tutto il suo fasto barocco e in tutta la sua miseria civile e culturale. Una società fastosa e misera, addirittura lercia per l’ abbandono in cui vivono i contadini, i servi e in ultima analisi i nobili stessi

E’ un romanzo antropologico in cui viene recuperato molto della cultura del sud – in senso antropologico- con tutti i suoi usi e costumi primordiali, le sue superstizioni strampalate e primitive

C’è poi l’ aspetto della filosofia- anche se non si può definirlo romanzo filosofico-, perché Marianna deve la sua crescita interiore a Hume, da cui ha appreso la potenza dei sensi che diventano idee. Attraverso l’ occhio (la lettura e l’ osservazione) e l’ odorato – è un segugio-   Marianna sviluppa idee positive, di tolleranza e di libertà

Tratto da LE OPERE DI DACIA MARAINI di Loredana Rossi
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  • Autore: Loredana Rossi

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