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L’antisemitismo di sinistra


In Germania, il partito liberale tedesco, sotto la guida di Schonerer, fu fin dall’inizio un partito della piccola borghesia, senza legami con la nobiltà e con un deciso orientamento di sinistra. Esso non riuscì mai a darsi una vera base di massa, ma durante gli anni ottanta ebbe un notevole successo con un programma decisamente antisemitico.
L’antisemitismo di Schonerer era dapprima diretto quasi esclusivamente contro i Rothschild. Questo movimento non si fermò all’uso dell’antisemitismo come arma propagandistica, ma diede vita ben presto a quell’ideologia pangermanica che avrebbe influito sul nazismo in maniera più profonda di qualsiasi altra corrente del genere.
Benché alla lunga vittorioso, esso fu temporaneamente sconfitto da un altro partito antisemitico, i socialcristiani di Lueger. In Austria.
I socialcristiani erano un partito cattolico e cercarono sin dall’inizio di allearsi con le forze conservatrici reazionarie. Essi sopravvissero, coi socialdemocratici, al crollo della monarchia e divennero il gruppo più potente nell’Austria del dopoguerra.
In realtà, il loro antisemitismo rimase senza conseguenze e gli anni in cui Lueger amministrò Vienna furono una specie di età dell’oro per gli ebrei.
In Francia, invece, l’affare dreyfus fu il culmine dell’antisemitismo. L’antisemitismo francese non ebbe alcuna influenza sulla formazione del nazismo e non contribuì come fattore storico attivo alla catastrofe finale. I gruppi antisemitici francesi, benché violenti sulla scena interna, non avevano aspirazioni sopranazionali.
Durante e dopo la rivoluzione francese, il clero e l’aristocrazia avevano aggiunto le loro voci alla diffusa animosità antiebraica, sia pure per altre ragioni, più materiali: avevano accusato il governo rivoluzionario di aver ordinato la vendita dei beni ecclesiastici per pagare gli ebrei e i mercanti con cui esso era indebitato.
Prima che l’ambiente clericale (storico nemico del socialismo e della sinistra in genere) fornisse un’appoggio all’antisemitismo, le sinistre avevano mostrato chiaramente le loro antipatie per gli ebrei.
Louis Ferdinand Celine , l’unico antisemita francese che avesse pienamente compreso la portata e la radicalità della nuova arma politica, in un suo scritto (Ecole des Cadavres) arrivò a sostenere che gli ebrei avevano impedito l’unità dell’Europa, provocato tutte le guerre che vi si erano succedute dall’843 in poi e cercato di rovinare la Francia e la Germania attizzando la reciproca ostilità. Arrivando al nocciolo della questione, egli richiedeva il massacro di tutti gli ebrei.

Tratto da LE ORIGINI DEL TOTALITARISMO di Antonino Cascione
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