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Sistemi familisti e de-familisti


Gli interventi sono generalmente gestiti a livello decentrato, il livello centrale fissa linee di indirizzo e principi generali. Dalle diverse combinazioni di reciprocità e dal peso relativo assunto da ciascuno di essi si originano diverse configurazioni di welfare mix. Considerando il ruolo della famiglia, si configurano due declinazioni contrapposte teorizzate da Esping – Andersen:  
Sistemi familisti: lo stato assume che le famiglie siano il luogo privilegiato e ultimo per la soddisfazione dei bisogni dei propri membri, riconoscendo per sé solo una funzione sussidiaria, limitata ai casi dove la famiglia fallisce nell’assolvere il proprio ruolo di ammortizzatore sociale. L’intervento pubblico è dunque giustificato solo quando le reti primarie di solidarietà si dimostrano non in grado di rispondere.
Sistemi de – familisti: lo stato assume un maggior grado di responsabilità attraverso un intervento pubblico che mira a rendere le famiglie meno gravate delle funzioni di ammortizzatore sociale e gli individui meno dipendenti, per il loro benessere, dalle relazioni parentali. Si ha una rete sviluppata di servizi sociali territoriali e di prestazioni monetarie a sostegno dei bisogni emergenti nelle diverse fasi della vita.  
Il terzo settore è una risorsa molto importante per lo sviluppo dei sistemi di assistenza sociale.

Tratto da LE POLITICHE SOCIALI di Adriana Morganti
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