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Reclusione e segregazione nella fiaba

L’opinione di Frazer in merito alla segregazione dei re --> nel suo libro “Ramo d’oro” ha mostrato il sistema di tabù che anticamente circondava i re. I gran sacerdoti e i loro figli, ogni loro mossa era regolata da un codice uno dei quali è il divieto di abbandonare la reggia, il re non deve mostrare il suo volto al sole per cui vive sempre nell’oscurità,non deve toccare la terra per cui la sua abitazione è sollevata al di sopra del suolo. L’alimentazione del re è circondata da un rigidissimo sistema di tabù, molti alimenti sono vietati.
Al re si attribuisce un potere magico sulla natura, sul cielo, sulla pioggia e dal suo benessere dipende il benessere del popolo.

La segregazione dei figli di re --> nei racconti di fate è presente il divieto di vedere la luce del sole, che non si tratta del desiderio di ripararsi dal sole, ma i figli del re sono tenuti in completa oscurità. I rinchiusi non devono vedere nessuno e nessuno deve vedere i loro volti.
Per i figli del re si dispongono delle provviste per cinque anni, i racconti di fate hanno conservato anche il modo di introdurre il cibo: uno sportello … ed essi sono nutriti con alimenti che favoriscono lo sviluppo delle loro facoltà magiche.

La reclusione della fanciulla --> nella realtà storica i divieti non valevano solo per i re ma anche per i loro eredi, i figli del re non dovevano scorgere la luce del sole, se accadeva che lo vedessero perdevano il loro titolo regio.
Il racconto di fate ha conservato un atro tipo di divieti: il divieto di tagliare i capelli in quanto erano ritenuti la sede dell’anima o della potenza magica, perdere i capelli significava perdere  la potenza. Ma questo divieto non viene mai espresso esplicitamente nel racconto di fate ed è connesso con la consuetudine di segregare le fanciulle durante le mestruazioni.
Vi è un legame tra la consuetudine di isolare i re e i figli del re e quella di isolare le fanciulle, queste consuetudini sono fondate su rappresentazioni uguali e su timori uguali.
Rapunzel viene segregare a 12 anni all’inizio della pubertà nella foresta dove si conducevano le fanciulle.
Alla reclusione della fanciulla fa seguito il suo matrimonio, spesso una divinità o un serpente le fanno visita nel carcere. Per cui la permanenza nella torre è una manifesta preparazione al matrimonio e non con un essere comune ma con una specie divina il quale genera anch’esso un figlio divino.

Motivazione della reclusione -->la reclusione dei re era motivata nella realtà storica dal fatto che il re o il sacerdote possedevano facoltà soprannaturali  o erano incarnazione della divinità, si presupponeva che la vita della natura e i suoi processi dipendessero da lui ed era responsabile del maltempo, rei raccolti scarsi … nel racconto di fate si tratta solo dell’incolumità personale del principe o della principessa, ma le cure per la conservazione del re sono fondate su rappresentazioni più antiche secondo cui l’aria è piena di pericoli. Questo timore religioso porta nei racconti di fate alla cure dei figli del re e sboccia in una motivazione artistica della disgrazia che porta la trasgressione del divieto.
Di tutte le specie di divieti coi quali ci si voleva proteggere dai demoni che appaiono della fiaba in veste di serpenti, corvi, caproni, diavoli, spiriti e maghe quello che viene riflesso nei racconti di fate è  il divieto di lasciare la casa.
Si riteneva che la permanenza sotto terra o nell’oscurità o in una torre favoriva l’acquisto di forze magiche. Nelle leggende delle tribù Zuni, nell’America settentrionale, il padre teneva la figlia lontana dagli sguardi di tutti gli uomini ma nella sua stanza penetra un raggio di sole e nasce un figlio. Questo bimbo venne portato segretamente nella foresta dove viene educato da un cervo. Nell’antico Perù le vergini del sole erano tenute segregate e venivano dette” mogli del sole”, in realtà facevano da moglie al sostituto del dio-sole , cioè all’Inca. Il sole rispecchia rappresentazioni agricole, il sole in questa funzione è quasi ignoto alla fiaba ed è più arcaica.

Tratto da LE RADICI STORICHE DEI RACCONTI DI FATE di Selma Aslaoui
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