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Filippo II e l’egemonia spagnola in Europa


Carlo V aveva diviso i suoi domini ereditari in due parti: la prima (Austria, Regni di Boemia e di Ungheria) a suo fratello Ferdinando d’Asburgo eletto imperatore nel 1558, la seconda (Spagna, Milano, Napoli, Sicilia e Sardegna, Franca Contea, Paesi Bassi e possedimenti americani) al figlio Filippo II. Carlo abdicò i suoi domini ereditari del ramo spagnolo a Filippo II nel 1556 e morì nel 1558. Protagonisti della scena politica internazionale in quegli anni erano l’impero asburgico e l’impero ottomano. La Spagna tra il 1520 e il 1570 era diventata la potenza principale in Europa. Per 4 motivi:
1. Con la conquista del nuovo mondo la Spagna potè accedere con facilità a nuove fonti di ricchezza e sfruttarle a basso costo
2. Notevole apertura di credito verso la corona da parte dei grandi banchieri privati
3. La Spagna poteva contare su una realtà politica di base  relativamente unificata, sul prestigio della sovranità monarchica, sulla fondamentale unità religiosa non scossa dallo scisma protestante
4. Poteva contare su un esercito bene attrezzato e addestrato.

Questi fattori ebbero un peso notevole nel momento in cui Filippo II divenne re di Spagna.
Carlo V e Filippo II erano due personalità molto diverse. Filippo era per cultura, sensibilità e valori profondamente spagnolo. Era privo di attitudini militari ma seppe capire che per governare il suo vasto impero occorreva una corte, una fissa dimora e un apparato di funzionari. Fu il re della controriforma ma anche l’artefice dello stato moderno spagnolo. Filippo II ereditava un impero insidiato da molti pericoli. Il primo era l’eterogeneità dei titoli originari di appartenenza alla corona spagnola: domini ereditari, paesi conquistati militarmente, formazioni storiche autonome con una loro civiltà e cultura politica altamente sviluppate, le terre del nuovo mondo. Il secondo pericolo erano le differenze interne alla stessa Spagna. C’erano poi tutti i rischi connessi alla collocazione geopolitica dei domini spagnoli ma il più grave pericolo per tutta l’Europa mediterranea era quello turco e fu la prima questione internazionale che Filippo si trovò di fronte.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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