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Gli stati dell’Europa nord-orientale alla fine del 1600


Negli anni successivi alla guerra di successione spagnola, la dinastia asburgica ottenne successi anche sul fronte dei Balcani. Gia con la pace di Carlowitz 1699, l’Austria aveva sottratto territori agli ottomani. Con la pace di Passarowitz (1717) riuscì a conquistare la Serbia e parte della Valacchia. La Svezia, dopo la pace di Oliva (1660), concludendo vittoriosamente la prima guerra del nord, aveva conquistato l’egemonia nel baltico. Due dei suoi antagonisti, Polonia e Danimarca erano deboli, il terzo, la Russia, stava gettando le fondamenta del suo consolidamento politico. La seconda guerra del nord, combattuta da Polonia, Danimarca e Russia contro la Svezia di Carlo XII si concludeva nel 1721 con la pace di Nystadt con cui la Svezia perdeva il ruolo di grande potenza e la Russia di Pietro il grande affermava la sua egemonia sul baltico

L’ASCESA DELLA RUSSIA: in Russia nasceva l’ultima e più duratura forma di assolutismo europeo con Pietro I il grande (1682-1725) della dinastia dei Romanov. Egli seppe smuovere lo stato di arretratezza del suo paese e creare condizioni tali d’assicurare l’indipendenza nazionale, lo sviluppo economico e culturale, la capacità difensiva. Durante il primo quarto del XVIII secolo ci fu un notevole progresso della produzione industriale e anche della piccola produzione mercantile. Pietro favorì la formazione di una nobiltà di servizio e la piccola nobiltà come classe di governo si consolidò nel sistema della monarchia assoluta russa. La Duma, l’organismo rappresentativo dei boiari, gli aristocratici russi, fu sostituita dal senato, formato da 9 membri designati direttamente dallo zar e delegati all’amministrazione della periferia.  Inoltre organizzò un esercito regolare e un efficiente marina militare e la chiesa divenne un’istituzione sottoposta al monarca. In politica estera Pietro il grande perseguiva la sicurezza dei confini e l’indipendenza nazionale ma anche l’egemonia nel baltico. Nel 1703 fondò sanpietroburgo la quale comunicava direttamente con il golfo di Finlandia e quindi con il baltico e qui nel 1715 lo zar trasferì la capitale. Con la pace di Nystadt, Livonia, Estonia, Ingria, parte della Careglia erano territori russi.

LA PRUSSIA: durante la guerra di successione spagnola emerse come nuova potenza. Federico I di Brandeburgo ne assunse il titolo di re nel 1701. Egli raccolse l’eredità del padre Federico Guglielmo e riunì tutti i territori della famiglia Hohenzollen in una formazione centralizzata anche se geograficamente non compatta. I domini degli Hohenzollen che formavano lo stato prussiano dovevano coesistere con territori imperiali, svedesi e polacchi annessi alla corona. Le linee direttrici di Federico I furono: politica protezionistica, sviluppo dell’industria e dell’attività urbana, apertura delle frontiere ai protestanti stranieri. Inoltre l’esercito diventò un’affidata corporazione strettamente monarchica. Il successore di Federico I, Federico Guglielmo I (1713-40) continuò su questa strada, preoccupandosi soprattutto del numero e dell’addestramento dei suoi soldati. Federico Guglielmo I fu chiamato il re sergente e il suo stato l’universale caserma prussiana. Il dispotismo degli hohenzollen bloccò lo sviluppo di istituzioni rappresentative moderne e a differenza di altri stati della Germania distrusse la forza politica dei ceti. Ma mostrò anche alcuni tratti di indubbia modernità: le tasse non erano appaltate e l’efficacia del prelievo statale fu senz’altro superiore a quella di altri stati europei contemporanei.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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