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La Polonia alla fine del 1600


La Polonia era una monarchia elettiva: la sua potente aristocrazia, per mantenere debole lo stato centrale, preferì, dopo l’estinzione della dinastia Jagelloni, avere prima un re francese, poi un re ungherese, quindi la dinastia svedese dei Vasa. A metà del 600 e per un ventennio la Polonia fu il teatro di una guerra europea per il controllo del suo territorio. Ne uscì stremata con perdite considerevoli del suo territorio e con una popolazione diminuita di 1/3. La Polonia era circondata da potenze in ascesa: fallì la possibilità di dominare il Baltico e di diventare una potenza marittima perchè la Prussia orientale le fu sottratta dal Brandeburgo. Perse l’Ucraina orientale e perfino i turchi riuscirono a sottrarle una regione. Inoltre aveva una strutturale anarchia politica: la norma dell’unanimità parlamentare poteva paralizzare lo stato. Il re soldato Sobieski negli ultimi anni del 600 cercò di centralizzare lo stato ma non approdò a risultati apprezzabili. Il progetto di monarchia ereditaria fallì e nel 1696 la nobiltà polacca respinse la successione del figlio di Sobieski. Ascese al trono il principe Augusto II di Sassonia appoggiato dalla Russia.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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